Luca ha scritto:Galia il visa free costituisce una grande conquista di libertà.
E' lo strumento che permetterà a tutti e non solo a chi ha tanti soldi e non ha alcun problema ad avere un visto, di poter girare e confrontarsi con altre culture.
Esattamente.
Non solo per la possibilità di viaggiare, ma perchè dietro la concessione dovrebbe stare tutto un insieme di conquiste sociali fino a qualche anno fa impensabili.
Che poi non sia tutto perfetto, lo sappiamo bene.
Luca ha scritto:Spiace davvero per i russi; evidentemente si preferisce vivere nella nostalgia di un passato che non tornerà, invece che guardare ad un futuro che potrebbe vedere la Russia come una protagonista.
galia ha scritto:Scusa Luca, magari il mio cervello è storto, ma non capisco cosa c'entrano i Russi.
I Russi, anzi Putin, (perchè i Russi avrebbero fatto a meno di andare a morire nel Donbass), si è opposto a tutto ciò che era premessa per il visa free, dall'accordo di associazione con la Ue alle riforme pretese dalla stessa UE affinchè si potesse giungere alla concessione del visa free.
Ma dici bene: cosa c'entrano i Russi? Infatti non avrebbero dovuto intervenire in qualcosa che riguardava UE e Ucraina. Teoricamente i russi non c'entrano proprio niente, praticamente da tre anni fanno di tutto non solo affinchè il visa free non venga concesso o l'accordo di associazione non entri in vigore, ma anche per demolire economicamente i 'fratelli' ucraini.
galia ha scritto: Il visa free non da nessun fastidio.
Solo non serve a nulla.
Mi sembra dopo le grandi promesse fatte dai nostri leader una presa in giro.
Non dire che non serve a nulla, Galia. Se lo pensi veramente, vuol dire che non hai (direttamente o indirettamente) necessità di un visto, per te, per un parente, per un amico.
Se però leggi una grande sezione di questo forum, potrai notare quanti di noi utenti hanno avuto a che fare con le procedure burocratiche per ottenere un visto per la persona amata, o per un'amica, o per un bambino che necessita cure mediche.
E' una semplificazione, non una panacea.
Non dire che non serve a nulla, per qualcuno potrebbe essere una risorsa che gli cambia la vita.
Sulle promesse fatte dai leader, mi trovi d'accordo.
D'altra parte però non dimenticare che le promesse le hanno fatte quando si sono ritrovati , come si dice, senza terra sotto i piedi.
In questo senso, devono ringraziare (e lo fanno quotidianamente) proprio Putin che ha (volontariamente o meno) interrotto un processo che altrimenti avrebbe avuto effetti ben più devastanti sulla classe politica ucraina.
galia ha scritto:Anche io pensavo, raggiunta una sistemazione economica, di tornare a vivere serena ed in pace nel mio paese, ma vedo che serenità e pace a casa mia non ci sono ancora. Resterò in Italia, spiace per miei figli e nipoti.
Su questa frase ci sarebbe da aprire non un topic, ma un forum intero.
Credo che rispecchi la situazione di migliaia di tuoi connazionali e la motivazione di fondo, a meno di tutte le distinzioni dovute alle idee politiche, è sempre la stessa: in Ucraina non c'è futuro.
L'augurio, sincero, è che il prima possibile l'Ucraina possa accogliere con una prospettiva più fiduciosa per il futuro, tantissimi dei suoi figli emigrati all'estero in cerca di fortuna.
Forse non condividi le idee di chi ha provato a cambiare le cose tre anni fa in piazza Maidan, ma non per questo il tuo pensiero è sbagliato, anzi, lo rispetto profondamente. Non sei l'unica a pensarla così.
Però permettimi di rispettare anche chi è stato in piazza (senza contare chi lì ha lasciato la vita) provando a cambiare qualcosa dall'interno, vivendo nella sua Ucraina.
C'è una differenza tra il 'non tornare fino a quando' e il 'non andarsene fino a quando'.
Attenzione: non sto colpevolizzando chi vive all'estero e non può/non vuole tornare in Ucraina, sia chiaro! Non sto facendo una classifica, chi è più bravo e chi meno.
Sto solo dicendo che la stessa rassegnazione che prova chi si rende conto che non cambia nulla (o che le cose cambiano in peggio), per altre persone è la forza per provare a cambiare qualcosa, col rischio di stare peggio, ma con il coraggio di non accettare passivamente che altri decidano per il proprio futuro.
)
