Quella che vi racconto è una storia vera e vissuta personalmente nel pomeriggio di sabato 19 settembre 2009
La strada è quella che da Krasnograd porta a Dnipropetrovsk, una strada che continua dritta dritta per 250 chilometri con pochissimi centri abitati, una strada con bassissimo volume di traffico, un automezzo ogni 15 minuti.
Come sapete e comunque come leggerete nelle pagine in costruzione che spiegano per filo e per segno, come percorrere l'ucraina senza essere fermati dalla polizia, percorrevo la zona a 100 chilometri orari e perfettamente in linea con la velocità consentita per quel percorso fuori dai centri abitati e quindi regolamentato per 90 Km/h + 19 km/h di tolleranza.
A un certo punto sorpasso un'auto color oro metallizzato con vetri completamente oscurati e continuo il mio percorso, dopo poche centinaia di metri vengo affiancato, il finestrino destro a metà abbassato e paletto classico polizia che mi indica lo stop.
Ci fermiamo sicuri che sia solo un controllo in quanto non avevamo commesso infrazioni e aspetto l'arrivo del poliziotto.
Si avvicina al vetro e esclama che avevamo sorpassato in prossimità di un incrocio e dovevamo scendere per regolare l'infrazione.
Lika mi traduce, ci guardiamo e diciamo: incrocio? e quale incrocio se il centro abitato più vicino lo avevamo lasciato 30 minuti prima.
Scendiamo e il poliziotto, che si era qualificato come "ispettore Petrov" (nome per rendere l'idea) ci invita a salire sulla sua auto.
Ci avviciniamo all'auto e il poliziotto entra e apre i finestrini, Lika dice: aspetta un attimo che adesso ci parlo io.
Comincia a dialogare con il capitano e iniziano quasi a litigare, una discussione animata per 5 minuti poi Lika esclama: andiamo possiamo ripartire.
Rientriamo in macchina e mentre mi sistemo per ripartire, l'auto fa una brusca inversione di marcia e riparte a tutta velocità.
Vi spiego in parole povere cosa è successo:
Lika ha chiesto al capitano il tesserino di riconoscimento prima di consegnare qualsiasi documento e quindi che avrebbe telefonato alla centrale di zona per sapere se effettivamente c'era una pattuglia con auto non ufficiale che operava in zona (premetto che avevamo tutto l'elenco delle centrali di polizia ucraine con telefoni e indirizzi e che sarà pubblicato sul sito).
Il poliziotto insisteva ne dire che voleva parlare con me allora lei: va bene parli con lui ma in italiano altrimenti parla solo e esclusivamente con me.
Il poliziotto ha cercato di convincerla dicendo: abbiamo la divisa il protocol e che altro dobbiamo dimostrare?
Senza ma ne però Lika ha proceduto per la sua linea e la risposta è stata:
Va bene andate pure ma andate piano.
Al rientro in auto e solo in quel momento lei mi ha detto: erano falsi poliziotti.
Io ci sarei caduto come un allocco ma se mi avesse detto prima del fatto sicuramente avrei fatto uscire uno dei due poliziotti dal finestrino in malo modo. Conoscendomi, ha taciuto fino a quando tutto era finito e forse ha fatto bene.
Per evitare questo vi spiego alcune cosette:
1) la polizia ucraina non chiede mai di scendere dalla propria auto a meno di infrazioni molto gravi.
2) se avete un anche piccolissimo dubbio, chiedete i documenti, sono obbligati a dimostrarvi che sono poliziotti ufficiali.
Per chiedere i documenti: ià magù vidiect vasci documienti? (scritto come si pronuncia)
3) diffidate di auto private con poliziotti a bordo con finestrini completamente oscurati e che non vogliono farsi vedere dalle auto che percorrono la strada.
4) se attraversate l'ucraina in lungo e in largo come ho fatto io, meglio avere una persona che parla la lingua.
Una esperienza che mi auguro possa evitare spiacevoli sorprese a altri "Magellani" (concessione poetica).
Saluti
