Lasciatemi sfogare
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Re: Lasciatemi sfogare
Condoglianze Forrest, anche da parte nostra.
Ci sarà tempo per riordinare le idee e guardare al disegno del destino con un po' di serenita' in più.
Certo che dalle tue parole nulla faceva presagire un epilogo così tragico e veloce.
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Re: Lasciatemi sfogare
Condoglianze anche da parte mia a te e a tua moglie.
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Re: Lasciatemi sfogare
Condoglianze
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Re: Lasciatemi sfogare
Condoglianze Forrest a te e a tua moglie. Il destino ti ha evitato futuri contrasti con tua moglie
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Re: Lasciatemi sfogare
Condoglianze..
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Re: Lasciatemi sfogare
Condoglianze Forrest.
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Re: Lasciatemi sfogare
Non so se sono la persona più adatta a ricevere queste condoglianze.
Le prendo comunque come un gesto di attenzione nei miei confronti. Grazie.
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"L'uomo saggio aspetta il momento giusto, il pazzo lo anticipa, l'imbecille lo lascia passare". (tratto dal film "Mai arrendersi")
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Re: Lasciatemi sfogare
Condoglianze a te e a tua moglie anche da parte mia Forrest.
Diego.
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Re: Lasciatemi sfogare
Piccolo sfogo per quanto riguarda uno dei provvedimenti del governo in fatto di immigrazione.
Probabilmente saprete che è in corso una sanatoria a beneficio di colf, badanti e braccianti agricoli con lo scopo di favorire l'emersione del lavoro nero (e dello sfruttamento).
La procedura è semplice, come sempre online, non prevede quote, quindi teoricamente chiunque sia in possesso dei requisiti può beneficiarne.
Brevemente riassumo i requisiti:
-ingresso sul territorio italiano antecedente l'8 marzo (lockdown). Il datore di lavoro dichiara di aver impiegato il lavoratore in maniera irregolare, paga una penale una tantum (500 euro mi sembra), presenta la domanda e chiede la regolarizzazione del suo lavoratore, senza alcuna penale
-in alternativa, il lavoratore deve avere un permesso di soggiorno scaduto. In tal caso, il lavoratore può presentare domanda anche senza avere un datore di lavoro che dichiari di averlo impiegato in nero
In ogni caso, nè il datore di lavoro nè il lavoratore devono avere condanne penali nè risultare coinvolti in casi di sfruttamento ecc ecc
Fin qui tutto bene. Ora il paradosso.
Il lavoratore deve poter dimostrare di essere in Italia da prima dell'8 marzo 2020. Questo può avvenire attraverso i rilievi dattiloscopici o un qualsiasi documento rilasciato da un pubblico ufficio (es. una ricetta medica, l'abbonamento del bus ecc ecc).
ma viene da sè che difficilmente un immigrato irregolare abbia a disposizione tali documenti, nel caso delle impronte generalmente vengono prese solo in seguito a reati.
Noi abbiamo un'amica (ma la situazione è simile a quella di altre conoscenti) che è arrivata dall'Ucraina parecchio tempo fa ed ha un datore di lavoro (è impiegata come badante) disposto a regolarizzarla.
Eppure non può presentare domanda perchè non riesce a dimostrare che era in italia prima dell'8 marzo.
Quando è arrivata, con passaporto biometrico, nessuno si è preoccupato di fare la dichiarazione di ospitalità (ovviamente). Il timbro di ingresso in schengen non è quello italiano, quindi non avendo commesso reati non è stata mai fotosegnalata.
Scheda sim e simili, non sono intestati a lei e scaduti i 90/180 si è guardata bene dal lasciare qualsiasi traccia della sua presenza sul territorio italiano.
L'unica prova che potrebbe portare è una tessera fedeltà di un negozio cinese a lei intestata, ma i cinesi (in perfetto stile covid ) si sono categoricamente rifiutati di congegnarle qualsiasi dichiarazione in merito...
Quindi, una volta rivoltasi al sindacato, le è stato detto che la domanda non era ammissibile. Lo stesso è capitato ad altre sue amiche e credo sia la situazione in cui si trovano molte.
Da parte mia ho scritto alla prefettura e anche all'URP, chiedendo se il timbro sul passaporto non costituisse già un aprova della presenza della persona sul territorio italiano in quanto, dopo l'8 di marzo, gli spostamenti sono stati di fatto impossibili e quindi chi è ora in italia (e non ha visti di uscita da Schengen per eventuali rientri in patria), logicamente non si è mosso dall'Italia.
la risposta è stata molto burocratica, in pratica non un sì o un no netti, ma un riferimento alla legge che ovviamente già conoscevo.
Quindi, davanti al rifiuto del sindacato di inoltrare la domanda, posso tranquillamente affermare che ci sono almeno 3-4 persone che conosco indirettamente, che resteranno in Italia senza la possibilità di regolarizzare la loro posizione lavorativa, nonostante i datori di lavoro fossero realmente disposti a farlo (tra l'altro, il datore di lavoro nella domanda dichiara che la persona lavora per lui già da prima dell'8 marzo... dovrebbe essere lui a fornirne prova ed eventualmente a spiegare perchè non ha presentato la dichiarazione di ospitalità... va bè...)
La mamma della mia bella invece, avrebbe tutti i requisiti per fare domanda e ottenere un PDS, anche se non è in italia a lavorare.
ma se volesse, con un bel contratto farlocco, avrebbe diritto al PDS. e' entrata in italia prima dell'8 marzo ed ha la dichiarazione di ospitalità.
Peccato davvero per tante persone che stanno effettivamente lavorando e che magari desiderano vivere nella legalità.
Mi chiedo, dato che se ne è parlato tanto, che tipo di prova potranno mostrare i braccianti agricoli, se non sono arrivati via mare e quindi fotosegnalati all'arrivo. Soprattutto mi domando chi sarà quel datore di lavoro che procederà all'assunzione di centinaia di braccianti...
Probabilmente saprete che è in corso una sanatoria a beneficio di colf, badanti e braccianti agricoli con lo scopo di favorire l'emersione del lavoro nero (e dello sfruttamento).
La procedura è semplice, come sempre online, non prevede quote, quindi teoricamente chiunque sia in possesso dei requisiti può beneficiarne.
Brevemente riassumo i requisiti:
-ingresso sul territorio italiano antecedente l'8 marzo (lockdown). Il datore di lavoro dichiara di aver impiegato il lavoratore in maniera irregolare, paga una penale una tantum (500 euro mi sembra), presenta la domanda e chiede la regolarizzazione del suo lavoratore, senza alcuna penale
-in alternativa, il lavoratore deve avere un permesso di soggiorno scaduto. In tal caso, il lavoratore può presentare domanda anche senza avere un datore di lavoro che dichiari di averlo impiegato in nero
In ogni caso, nè il datore di lavoro nè il lavoratore devono avere condanne penali nè risultare coinvolti in casi di sfruttamento ecc ecc
Fin qui tutto bene. Ora il paradosso.
Il lavoratore deve poter dimostrare di essere in Italia da prima dell'8 marzo 2020. Questo può avvenire attraverso i rilievi dattiloscopici o un qualsiasi documento rilasciato da un pubblico ufficio (es. una ricetta medica, l'abbonamento del bus ecc ecc).
ma viene da sè che difficilmente un immigrato irregolare abbia a disposizione tali documenti, nel caso delle impronte generalmente vengono prese solo in seguito a reati.
Noi abbiamo un'amica (ma la situazione è simile a quella di altre conoscenti) che è arrivata dall'Ucraina parecchio tempo fa ed ha un datore di lavoro (è impiegata come badante) disposto a regolarizzarla.
Eppure non può presentare domanda perchè non riesce a dimostrare che era in italia prima dell'8 marzo.
Quando è arrivata, con passaporto biometrico, nessuno si è preoccupato di fare la dichiarazione di ospitalità (ovviamente). Il timbro di ingresso in schengen non è quello italiano, quindi non avendo commesso reati non è stata mai fotosegnalata.
Scheda sim e simili, non sono intestati a lei e scaduti i 90/180 si è guardata bene dal lasciare qualsiasi traccia della sua presenza sul territorio italiano.
L'unica prova che potrebbe portare è una tessera fedeltà di un negozio cinese a lei intestata, ma i cinesi (in perfetto stile covid ) si sono categoricamente rifiutati di congegnarle qualsiasi dichiarazione in merito...
Quindi, una volta rivoltasi al sindacato, le è stato detto che la domanda non era ammissibile. Lo stesso è capitato ad altre sue amiche e credo sia la situazione in cui si trovano molte.
Da parte mia ho scritto alla prefettura e anche all'URP, chiedendo se il timbro sul passaporto non costituisse già un aprova della presenza della persona sul territorio italiano in quanto, dopo l'8 di marzo, gli spostamenti sono stati di fatto impossibili e quindi chi è ora in italia (e non ha visti di uscita da Schengen per eventuali rientri in patria), logicamente non si è mosso dall'Italia.
la risposta è stata molto burocratica, in pratica non un sì o un no netti, ma un riferimento alla legge che ovviamente già conoscevo.
Quindi, davanti al rifiuto del sindacato di inoltrare la domanda, posso tranquillamente affermare che ci sono almeno 3-4 persone che conosco indirettamente, che resteranno in Italia senza la possibilità di regolarizzare la loro posizione lavorativa, nonostante i datori di lavoro fossero realmente disposti a farlo (tra l'altro, il datore di lavoro nella domanda dichiara che la persona lavora per lui già da prima dell'8 marzo... dovrebbe essere lui a fornirne prova ed eventualmente a spiegare perchè non ha presentato la dichiarazione di ospitalità... va bè...)
La mamma della mia bella invece, avrebbe tutti i requisiti per fare domanda e ottenere un PDS, anche se non è in italia a lavorare.
ma se volesse, con un bel contratto farlocco, avrebbe diritto al PDS. e' entrata in italia prima dell'8 marzo ed ha la dichiarazione di ospitalità.
Peccato davvero per tante persone che stanno effettivamente lavorando e che magari desiderano vivere nella legalità.
Mi chiedo, dato che se ne è parlato tanto, che tipo di prova potranno mostrare i braccianti agricoli, se non sono arrivati via mare e quindi fotosegnalati all'arrivo. Soprattutto mi domando chi sarà quel datore di lavoro che procederà all'assunzione di centinaia di braccianti...
- Luca
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Re: Lasciatemi sfogare
Dream, non ho letto la norma, ma se posti gli estremi gli do uno sguardo.
In ogni caso, se non esiste un'elencazione chiusa degli elementi per dimostrare l'ingresso in Italia, ante 8 marzo, si potrebbe pensare al biglietto aereo.
Al di la del fatto che l'accesso al territorio comunitario è avvenuto attraverso un altro Paese, immagino che la tua amica abbia preso un aereo per arrivare in Italia.
In ogni caso, se non esiste un'elencazione chiusa degli elementi per dimostrare l'ingresso in Italia, ante 8 marzo, si potrebbe pensare al biglietto aereo.
Al di la del fatto che l'accesso al territorio comunitario è avvenuto attraverso un altro Paese, immagino che la tua amica abbia preso un aereo per arrivare in Italia.
- dreamcatcher
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Re: Lasciatemi sfogare
Grazie Luca, come sempre molto puntuale.
No, la nostra amica non è arrivata in italia con l'aereo ma con il classico pullmino, quindi ha in ingresso un timbro ungherese. D'altro canto, non ha un timbro in uscita proprio perchè non ha lasciato schengen prima dell'8 marzo.
Tuttavia, la risposta che mi è stata data cita la normativa:
[...]ai sensi dell’art. 5 co. 1 del Decreto 27/05/2020 del Ministero dell’Interno (“Modalità di presentazione dell’istanza di emersione di rapporto di lavoro”) nel delineare i contenuti dell’istanza in oggetto, alla lettera c), specifica, a pena di inammissibilità, che la presenza dello straniero sul territorio nazionale prima del 08 marzo 2020 deve risultare da:
“rilievi fotodattiloscopici ovvero dichiarazione di presenza resa ai sensi della Legge 28 maggio 2007 n. 68 ovvero attestazioni costituite da documentazione di data certa provenienti da organismi pubblici”.
Direi che non lascia spazio a molti dubbi.
Il mio era più che altro uno sfogo perchè questi vincoli mi paiono in contrasto con quello che era lo scopo finale della sanatoria, ovvero l'emersione di lavoro irregolare.
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id ... 0A03026/sg
Viene da sè che lo straniero arrivato o rimasto irregolarmente su territorio italiano non abbia avuto nè facilità nè interesse a lasciare traccia della sua presenza nei mesi precedenti l'emergenza covid.
Inoltre, la sanatoria stessa è indirettamente conseguenza dell'emergenza covid, che ha provocato la perdita del lavoro (in nero) di moltissime colf e badanti anche a causa della limitazione negli spostamenti, e nelle intenzioni era un modo per riconoscere e dare dignità al lavoro di assistenza svolto da queste persone senza tutela alcuna.
Ancora più sentita era stata l'emergenza per il lavoro di manovalanza impiegato nei campi, dove però probabilmente (e le statistiche riguardo le domande presentate nei giorni scorsi lo confermano) la possibilità di dimostrare la presenza in italia da parte di persone gestite da organizzazioni criminali, è veramente minima.
Ho letto nei giorni scorsi che la statistica dice
No, la nostra amica non è arrivata in italia con l'aereo ma con il classico pullmino, quindi ha in ingresso un timbro ungherese. D'altro canto, non ha un timbro in uscita proprio perchè non ha lasciato schengen prima dell'8 marzo.
Tuttavia, la risposta che mi è stata data cita la normativa:
[...]ai sensi dell’art. 5 co. 1 del Decreto 27/05/2020 del Ministero dell’Interno (“Modalità di presentazione dell’istanza di emersione di rapporto di lavoro”) nel delineare i contenuti dell’istanza in oggetto, alla lettera c), specifica, a pena di inammissibilità, che la presenza dello straniero sul territorio nazionale prima del 08 marzo 2020 deve risultare da:
“rilievi fotodattiloscopici ovvero dichiarazione di presenza resa ai sensi della Legge 28 maggio 2007 n. 68 ovvero attestazioni costituite da documentazione di data certa provenienti da organismi pubblici”.
Direi che non lascia spazio a molti dubbi.
Il mio era più che altro uno sfogo perchè questi vincoli mi paiono in contrasto con quello che era lo scopo finale della sanatoria, ovvero l'emersione di lavoro irregolare.
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id ... 0A03026/sg
Viene da sè che lo straniero arrivato o rimasto irregolarmente su territorio italiano non abbia avuto nè facilità nè interesse a lasciare traccia della sua presenza nei mesi precedenti l'emergenza covid.
Inoltre, la sanatoria stessa è indirettamente conseguenza dell'emergenza covid, che ha provocato la perdita del lavoro (in nero) di moltissime colf e badanti anche a causa della limitazione negli spostamenti, e nelle intenzioni era un modo per riconoscere e dare dignità al lavoro di assistenza svolto da queste persone senza tutela alcuna.
Ancora più sentita era stata l'emergenza per il lavoro di manovalanza impiegato nei campi, dove però probabilmente (e le statistiche riguardo le domande presentate nei giorni scorsi lo confermano) la possibilità di dimostrare la presenza in italia da parte di persone gestite da organizzazioni criminali, è veramente minima.
Ho letto nei giorni scorsi che la statistica dice
- vittorio_guido
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Re: Lasciatemi sfogare
Perché poi ci sono gli stupidi che pagavano il canone RAI, le tasse le bollette e denunciavano i parenti in questura al loro arrivo...
Ma che stai a perdere 2-3 ore la mattina per denunciare l'arrivo?....
Poi arriva il covid e spiana tutto..
Che bello, ogni tanto l'onestà paga....
Eh ma la colpa è della burocrazia, della legge ambigua..
Non è colpa di quella non registrata in questura e magari in comune.. no no... non è così...
Scusa dream
Lo so che te non sei così..
Ma che stai a perdere 2-3 ore la mattina per denunciare l'arrivo?....
Poi arriva il covid e spiana tutto..
Che bello, ogni tanto l'onestà paga....
Eh ma la colpa è della burocrazia, della legge ambigua..
Non è colpa di quella non registrata in questura e magari in comune.. no no... non è così...
Scusa dream
Lo so che te non sei così..
Soltanto gli stupidi non sbagliano mai.....
Odessa Mama
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Re: Lasciatemi sfogare
Non mi riferivo a questo, Vittò. nel caso dei parenti, non capisco che problema ci sia a denunciarne la presenza. Tra l'altro basta una PEC.
Però immagino che la maggior parte della gente che arriva per lavorare pur non avendone i requisiti, non abbia interesse a segnalare la propria presenza. Spesso, credo che tu lo sappia molto bene, ci si appoggia a persone che sono già 'nel giro' e successivamente trovano un lavoro.
Il fatto che questo lavoro sia in nero, non è 'colpa' solo del lavoratore, ma anche del datore di lavoro che per interesse o per semplice ignoranza (io stesso 15 anni fa non avevo ben chiaro cosa volesse dire 'avere i documenti' tanto per intenderci) non regolarizza. E poi ci sono le normative.
Se hai un parente invalido e trovi una signora ucraina che lo accudisce, forse la vorresti anche regolarizzare ma senza decreto flussi non puoi. Che fai, la mandi via? sai bene che non è così. Ripeto, o per interesse, o perchè anche umanamente non ti senti di mettere in strada una persona che si sta prendendo cura di tua madre o tuo padre.
In questo senso notavo un ostacolo nella legge così come è formulata. Non si tratta di trovare la pappa pronta, ma di dare una possibilità a chi sta lavorando. tra l'altro una possibilità che viene pagata, perchè anche questo è noto, non saranno i atori di lavoro ad accollarsi le spese di regolarizzazione.
Allora non ne capisco lo scopo. Continueremo ad avere colf e badanti che fanno la spola tra Ucraina e Italia (per dirne una) col passaporto biometrico, o che si fermeranno sul territorio nazionale senza avere un documento che giustifichi la presenza e il loro impiego, e contemporaneamente continueremo a 'regolarizzare' ciò che in fondo è già regolarizzato molto bene da organizzazioni che sfruttano la manovalanza a basso costo.
D'altra parte, non si può pretendere di risolvere tutti i problemi con una legge.
Però immagino che la maggior parte della gente che arriva per lavorare pur non avendone i requisiti, non abbia interesse a segnalare la propria presenza. Spesso, credo che tu lo sappia molto bene, ci si appoggia a persone che sono già 'nel giro' e successivamente trovano un lavoro.
Il fatto che questo lavoro sia in nero, non è 'colpa' solo del lavoratore, ma anche del datore di lavoro che per interesse o per semplice ignoranza (io stesso 15 anni fa non avevo ben chiaro cosa volesse dire 'avere i documenti' tanto per intenderci) non regolarizza. E poi ci sono le normative.
Se hai un parente invalido e trovi una signora ucraina che lo accudisce, forse la vorresti anche regolarizzare ma senza decreto flussi non puoi. Che fai, la mandi via? sai bene che non è così. Ripeto, o per interesse, o perchè anche umanamente non ti senti di mettere in strada una persona che si sta prendendo cura di tua madre o tuo padre.
In questo senso notavo un ostacolo nella legge così come è formulata. Non si tratta di trovare la pappa pronta, ma di dare una possibilità a chi sta lavorando. tra l'altro una possibilità che viene pagata, perchè anche questo è noto, non saranno i atori di lavoro ad accollarsi le spese di regolarizzazione.
Allora non ne capisco lo scopo. Continueremo ad avere colf e badanti che fanno la spola tra Ucraina e Italia (per dirne una) col passaporto biometrico, o che si fermeranno sul territorio nazionale senza avere un documento che giustifichi la presenza e il loro impiego, e contemporaneamente continueremo a 'regolarizzare' ciò che in fondo è già regolarizzato molto bene da organizzazioni che sfruttano la manovalanza a basso costo.
D'altra parte, non si può pretendere di risolvere tutti i problemi con una legge.
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Re: Lasciatemi sfogare
Visto che ho tempo scrivo anche di un altro aspetto che fa un po' 'girare' le scatole, tra la'ltro so bene che è un argomento già esasperato e spesso ingigantito soprattutto sul web.
Sapete che la mamma della mia bella si trova ancora in italia da febbraio (può restarci, causa emergenza covid, fino al 31 agosto) , col solo passaporto biometrico. L'assicurazione sanitaria, stipulata alla partenza, è scaduta e non le è stata rinnovata a distanza (probabilmente perchè a marzo in italia è esplosa la pandemia).
Vero, avrebbe potuto provare a stipularne un'altra qui in italia. Non l'ha fatto, scelta ingenua da parte nostra nulla da dire.
In questi mesi è stata buona buona in casa, solo da giugno ha fatto qualche passeggiata. Da quattro cinque giorni aveva un fortissimo dolore al braccio sinistro e per dirlo lei voleva dire che il dolore era proprio insopportabile. tramite il nostro medico di base ha acquistato dei medicinali (prescrizioni intestate a lei, quindi a pagamento come giusto che sia) senza però trarne beneficio. Ha eseguito una radiografia senza trovare la causa del dolore, quindi abbiamo optato per il pronto soccorso anche perchè il braccio sinistro a volte è indice di ben peggiori problemi.
In PS codice verde e 11 ore di attesa prima che le venisse fatto un prelievo del sangue. Altre due ore di attesa per i risultati e poi la dimissione SENZA aver nè risolto il problema nè aver avuto una diagnosi. Sospetto herpes zoster, ma senza vescicole. Nel caso queste si presentassero, si consiglia di ripresentarsi al PS.
Il medico di famiglia sperava che le facessero una RMN almeno, per andare a verificare problemi di schiacciamento a livello vertebrale o cose simili, e si è detto sorpreso che non siano stati eseguiti esami se non quello dell'emocromo.
Tuttavia mi rendo conto che non essendo iscritta al SSN nè avendo un'assicurazione sanitaria, l'ospedale si sia ben guardato dall'erogare esami costosi. Comprensibile. A precisa domanda è stato risposto: non è in pericolo di vita, questo è un pronto soccorso, ci occupiamo delle emergenze.
Da notare che al momento dell'accettazione, si sono premurati però di prendere i dati della mia bella (sua figlia) in modo da 'fatturare il dovuto, non essendoci convenzioni con l'Ucraina'.
Nel tempo che siamo stati ad aspettare al PS si sono presentati quattro casi (visti coi miei occhi) di soggetti extra-ue totalmente sprovvisti di qualsiasi documento o di figlie che potessero fare da 'garante' per le spese. Tre di questi erano ubriachi, probabilmente o si erano pestati o avevano sbattuto la testa, tutti sono stati curati e hanno avuto diritto agli accertamenti clinici per escludere danni più seri.
Non è mia intenzione dire che non avessero diritto alle cure, ma sottolineare che il trovarsi in condizione di totale illegalità dà garanzie superiori, questo sì.
D'altra parte l'anno scorso quando alla mia nipotina, arrivata con passaporto biometrico, era stato fatto un esame diagnostico per escludere una patologia (esame del dna, costoso), la dottoressa si era 'rammaricata' nell'apprendere che la bimba fosse in Italia regolarmente come turista e avesse unì'assicurazione sanitaria (che rimborsava solo le urgenze, ovviamente), perchè se fosse stata totalmente sprovvista di documenti avrebbe avuto diritto alle analisi in maniera completamente gratuita.
Sapete che la mamma della mia bella si trova ancora in italia da febbraio (può restarci, causa emergenza covid, fino al 31 agosto) , col solo passaporto biometrico. L'assicurazione sanitaria, stipulata alla partenza, è scaduta e non le è stata rinnovata a distanza (probabilmente perchè a marzo in italia è esplosa la pandemia).
Vero, avrebbe potuto provare a stipularne un'altra qui in italia. Non l'ha fatto, scelta ingenua da parte nostra nulla da dire.
In questi mesi è stata buona buona in casa, solo da giugno ha fatto qualche passeggiata. Da quattro cinque giorni aveva un fortissimo dolore al braccio sinistro e per dirlo lei voleva dire che il dolore era proprio insopportabile. tramite il nostro medico di base ha acquistato dei medicinali (prescrizioni intestate a lei, quindi a pagamento come giusto che sia) senza però trarne beneficio. Ha eseguito una radiografia senza trovare la causa del dolore, quindi abbiamo optato per il pronto soccorso anche perchè il braccio sinistro a volte è indice di ben peggiori problemi.
In PS codice verde e 11 ore di attesa prima che le venisse fatto un prelievo del sangue. Altre due ore di attesa per i risultati e poi la dimissione SENZA aver nè risolto il problema nè aver avuto una diagnosi. Sospetto herpes zoster, ma senza vescicole. Nel caso queste si presentassero, si consiglia di ripresentarsi al PS.
Il medico di famiglia sperava che le facessero una RMN almeno, per andare a verificare problemi di schiacciamento a livello vertebrale o cose simili, e si è detto sorpreso che non siano stati eseguiti esami se non quello dell'emocromo.
Tuttavia mi rendo conto che non essendo iscritta al SSN nè avendo un'assicurazione sanitaria, l'ospedale si sia ben guardato dall'erogare esami costosi. Comprensibile. A precisa domanda è stato risposto: non è in pericolo di vita, questo è un pronto soccorso, ci occupiamo delle emergenze.
Da notare che al momento dell'accettazione, si sono premurati però di prendere i dati della mia bella (sua figlia) in modo da 'fatturare il dovuto, non essendoci convenzioni con l'Ucraina'.
Nel tempo che siamo stati ad aspettare al PS si sono presentati quattro casi (visti coi miei occhi) di soggetti extra-ue totalmente sprovvisti di qualsiasi documento o di figlie che potessero fare da 'garante' per le spese. Tre di questi erano ubriachi, probabilmente o si erano pestati o avevano sbattuto la testa, tutti sono stati curati e hanno avuto diritto agli accertamenti clinici per escludere danni più seri.
Non è mia intenzione dire che non avessero diritto alle cure, ma sottolineare che il trovarsi in condizione di totale illegalità dà garanzie superiori, questo sì.
D'altra parte l'anno scorso quando alla mia nipotina, arrivata con passaporto biometrico, era stato fatto un esame diagnostico per escludere una patologia (esame del dna, costoso), la dottoressa si era 'rammaricata' nell'apprendere che la bimba fosse in Italia regolarmente come turista e avesse unì'assicurazione sanitaria (che rimborsava solo le urgenze, ovviamente), perchè se fosse stata totalmente sprovvista di documenti avrebbe avuto diritto alle analisi in maniera completamente gratuita.