Abbiamo detto peste e corna degli Ucraini che non mettono la mascherina, che non mantengono le distanze, che non vogliono vaccinarsi e che vanno in giro anche se sono positivi.
Bene, come si dice? il bue chiama cornuto l'asino.
Ho appreso, con qualche mese di ritardo, che ci sono stati casi di 'positivi' passati sotto silenzio anche molto, molto vicino a me. Ai piani alti si è ritenuto opportuno evitare di renderli noti, limitandosi a invitare i signori in questione a rimanere a casa propria.
la fortuna aiuta gli audaci, evidentemente, e non vi sono state conseguenze (fisiche) nè per chi si è ammalato nè per i loro contatti stretti che, come se nulla fosse, al posto di autoisolarsi hanno continuato la vita di sempre.
Ecco, mi chiedo perchè la stessa situazione in un'azienda privata avrebbe fatto scattare tamponi a tappeto, tracciamento e quanto altro, magari arrivando a fermare la produzione o l'attività. Con relativo, non trascurabile, danno economico.
Qui evidentemente qualcuno ha ritenuto una grossa scocciatura doversene stare a casa un paio di settimane, magari senza sintomi, e confidando nelle statistiche (virus che colpisce i più anziani, virus che 99 volte su 100 non fa ammalare in forma grave ecc ecc) ha continuato a vivere come se nulla fosse.
Più o meno come si fa in Ucraina.
Solo che al posto di saltare su una marshrutka e gridare ai quattro venti che 'sono positivo ma devo andare a vendere i pomodori al bazar', qui si fa tutto in silenzio, al grido di 'mi prendo qualche giorno di ferie'.
E come scriveva Forrest, confermo la differenza di atteggiamento tra italiani e spagnoli: ancora una volta ci confermiamo quelli più restii a confidare che ci siamo ammalati, anteponendo chissà, forse un senso di vergogna (o è la proverbiale interpretazione italiana della privacy???) alla salute anche altrui.
