Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

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maximka68
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Re: Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

Messaggio da maximka68 »

CAPITOLO IV
FRATELLI PER SEMPRE

Il comandante Bieslan, ormai già nel lagher con me, appellandomi ‘debole’ con profondo disprezzo, mi disse che lui invece non aveva mai pianto, neanche quando l’esercito russo gli aveva trucidato madre e sorella in un bombardamento a Groznyj quindici anni addietro. E mentre me lo diceva, mi vennero in mente le parole di “Filumena Marturano”, anche lei incapace di piangere perché non aveva mai conosciuto il bene, ma solo la sofferenza.

Tuttavia, quella notte, sarà stata la vodka che imperversava a fiumi nelle vene di Bieslan e certamente perché non aveva di fronte a sè i suoi commilitoni ceceni, bensì uno straniero - uno stupido italiano, come mi chiamò -egli si sciolse in lacrime all’improvviso e simultaneamente mi afferrò alla gola con le sue mani forti come l’acciaio.

Io lo lasciai fare, perché il mio collo sviluppatosi negli anni della lotta libera poteva comunque opporre una sufficiente resistenza e soprattutto perché reagire diversamente avrebbe potuto costarmi la vita, lo sapevo bene.
Ma quando già credevo che i miei sensi venissero meno, perché la vista si annebbiava sempre più, la stretta si allentò e Bieslan piuttosto che uccidermi, mi abbracciò, mentre io lo consolavo al meglio di me stesso, spronandolo a non fermarsi, a lasciare che le lacrime scorressero il più copiosamente possibile.

Quando dopo qualche tempo si riebbe e si ricompose, mi chiese o forse è meglio dire, mi ordinò di non rivelare mai a nessuno dei suoi di averlo visto piangere e ringraziandomi di averlo liberato da quel ghiaccio allo stomaco che aveva portato con sé per tutta la vita, “Brat” – mi disse – nel suo russo spedito, “siamo fratelli per sempre adesso”........

CAPITOLO V
LA FIGURA DI BIESLAN
Bieslan proveniva da una famiglia di commercianti molto abbienti, ma per vocazione aveva preferito dedicarsi alla vita militare ed allo scoppiare del conflitto con l’esercito russo per quella che fu chiamata la prima guerra d’indipendenza cecena, con il grado di tenente colonnello aveva assunto il comando in seconda della milizia irregolare chiamata la Brigada islamica sotto i diretti ordini di Aslan Alievič Maskhadov, ex comandante della flotta aerea russa che aveva disertato per unirsi al suo popolo e che dopo la dichiarazione d’indipendenza e la proclamazione della Repubblica di Ichkeria, nel 1997 divenne il terzo presidente della Repubblica del Caucaso, temporaneamente liberata dal giogo russo.

E quando già eravamo fratelli di sangue nel lagher, Bieslan mi disse con voce rotta dalla commozione e con un abbacinante brillìo di orgoglio nel cuore dei suoi occhi nerissimi , che se nella storia doveva individuarsi un rapporto di simbiosi nell’idealità e nella unità di intenti simili a quello che egli aveva condiviso con Maskhadov, non si sarebbe potuto trovare più calzante comparazione che con il legame intercorso fra Che Guevara a Fidel Castro.

Sfortunatamente, i due non ebbero la stessa sorte amica dei corrispettivi leaders della rivoluzione cubana, tanto che Aslan morì assassinato dai russi nel 2005 a Tolstoy-Yurt, un piccolo villaggio ceceno, l’anno in cui Bieslan fu costretto a darsi alla macchia, perché ormai era impossibile ogni controffensiva.

“Maxìm – esclamò rivolgendosi a me con ironia – tu che sei italiano e che sei rammollito dalla tua cultura europea decadente e smidollata, non potrai mai capire cosa significhi grondare sudore e sangue per la tua nazione. Voi avete aspettato che fossero gli americani a liberarvi. Noi abbiamo affrontato l’esercito più forte del mondo,l’esercito che piegò Napoleone e Hitler e lo abbiamo battuto ripetutamente fino a ricacciarli indietro, pur essendo infinitamente inferiori per numero e per armamenti.

Siamo stati per loro l’incubo della guerriglia che gli americani hanno conosciuto in Vietnam” -…e continuò – “ a Grozny, dove li abbiamo massacrati, tutto il sangue degli innocenti ceceni, come mia madre e mia sorella è stato vendicato”. E non c’era argomento per cui Bieslan si entusiasmasse di più.

E in una di quelle volte in cui mi raccontava con dovizia grandguignolesca le sue storie di scontri a fuoco a distanza ravvicinata e in campo aperto, di letali imboscate ai danni dei carri armati degli invasori, di agguati nottetempo agli accampamenti russi coi coltelli fra i denti e di combattimenti corpo a corpo in cui una pietra o un ramo secco potevano diventare più mortali di un Kalashnikov, io gli chiesi se potessi cominciare a prendere degli appunti.

Al che egli mi guardò con circospezione e sospetto, e nel suo burbero modo di esprimersi, col tono della voce sempre alto e tuonante, mi domandò con piglio minaccioso: “parlerai di terrorismo ceceno o di storie di partigiani e patrioti?
“Potete ben immaginare quale sia stata la mia risposta, dato che non avevo alcuna voglia di contrariare il comandante e perché istintivamente e sinceramente ero portato a sposare il suo punto di vista, provando enorme rispetto per questo guerriero che aveva difeso il proprio popolo fino all’estremo sacrificio di tutto ciò che aveva caro.

Così ebbi licenza di scrivere ed anzi, Bieslan si sentì inorgoglito dal fatto che uno straniero potesse interessarsi alla storia drammatica della sua amatissima terra e all’eroismo delle sue personali gesta.

Si sa, i condottieri hanno la vanità dell’apologia e un cantore che ne celebrasse la figura oltre i confini dell’ex Unione sovietica gli parve un’occasione da non perdere, anche perché io mi ero premurato di fargli intendere che quanto avessi scritto avrebbe avuto un vasto auditorium in Italia e che probabilmente sarebbe stato tutto tradotto anche in inglese per un ancor più ampio pubblico di lettori.

Bieslan mi perdoni tale bugia bianca.
E dunque, con cadenze quasi regolari, da quel momento il comandante prese a narrarmi della prima e della seconda guerra cecena, svoltesi tra gli anni novanta fino al primo decennio del XXI secolo e di come mezzo milione di ceceni avessero pagato con il sangue la loro indomita difesa della propria libertà ed indipendenza ....


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claudio.r
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Re: Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

Messaggio da claudio.r »

Veramente interessante.

si può dire (adesso) che ne sei uscito, e' stata una storia che pochi possono raccontare
Dopo una così forte,esperienza la tua vita e' cambiata?
Credo che tutte le esperienze, soprattutto se così particolari , comunque arricchiscono ma qualcosa cambiano nella vita di una persona..
È cambiato qualcosa nel tuo animo profondo? Vedi la vita come prima?

Ti rinnovo anche da parte mia simpatia e apprezzamento, per quello che ci stai facendo conoscere.
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Re: Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

Messaggio da maximka68 »

Claudio R

per strano che possa sembrare la mia vita non è cambiata di molto rispetto al passato,tranne gli ovvi strascichi psicologici ed inconsci che certe esperienze non possono non produrre sulla nostra persona e che forse pagherò in seguito, non so dirti.

L'unica differenza sostanziale è che adesso credo di essere più preparato a gestire situazioni estreme e che adesso che mi preparo a vivere un'altra avventura all'estero, dato che tra un mese sarò di partenza per avviare un nuovo salone massaggi, starò molto più attento a non commettere ingenuità
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claudio.r
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Re: Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

Messaggio da claudio.r »

=D> e vai!!!!! ti auguro veramente buona fortuna!!
casomai..fammi saper dov'e'.. :D potrebbe essere interessante sperimentarlo!!!!!!| :mrgreen:
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Re: Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

Messaggio da gastone »

maximka68 ha scritto:CAPITOLO IV
CAPITOLO V

Al che egli mi guardò con circospezione e sospetto, e nel suo burbero modo di esprimersi, col tono della voce sempre alto e tuonante, mi domandò con piglio minaccioso: “parlerai di terrorismo ceceno o di storie di partigiani e patrioti?
Mi piacerebbe moltissimo leggere in proposito anche perche' sono ignorante e non ho mai capito i motivi della guerra.

PS
Strana per me la questione del pianto. L'ultima volta che l'ho fatto penso che avevo poco piu' di 7 anni. Penasvo (evidentemente sbagliando) che piangere fosse una cosa da femminucce. Probabilmente e' perche' non ho dovuto subire prove cosi' difficili.
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Re: Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

Messaggio da Luca70 »

Avrei tante osservazioni da fare ma mi limito a ringraziare per il fatto che stai condividendo la tua esperienza e relative informazioni utilissime con tutti noi del forum.

Ma ti suggerisco di pensarci al bene al fatto che hai una storia "tra le mani" che è una bomba, pare di capire che hai potuto raccogliere molti appunti sulla sporca guerra in Cecenia raccontati dal comandante Bieslan, un testimone importantissimo e scomodissimo, che non a caso deve essere stato richiuso in quel lager, lontano dalla sua patria, in modo da troncare qualsiasi rapporto tra lui e il suo popolo.
La sua è una storia che, temo, sia lungi dal finire e, probabilmente (la storia insegna), potrebbe avere un finale tragico.

Se la sua storia e il calvario del popolo ceceno ti appassionano potresti veramente scrivere un libro che potrebbe avere molta risonanza e diffusione; non ho tantissimi ricordi di quella guerra ma se non sbaglio i giornalisti-reporters che la seguivano riportavano notizie "filtrate", non credo che qualcuno di loro avesse avuto la fortuna di "viverla" e documentarla insieme ai patrioti ceceni che combattevano contro l'invasore russo.
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Re: Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

Messaggio da Gambado »

Maximka68,
Dopo tutto quello che hai passato sei veramente intenzionato ad aprire un nuovo centro massaggi ?!
Beh , secondo me hai veramente del fegato , forse gli anni di prigionia ti hanno reso più sicuro di te e adesso sei ancora più determinato di prima .

Comunque , se apri di nuovo a Kiev , non hai paura che le persone che ti hanno incastrato anni fa' non cerchino di farlo ancora ?
Attento a quel che desideri , potrebbe avverarsi
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Re: Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

Messaggio da Forrest Gump »

Me ne sono venute in mente tante dopo avere appreso, già da prima del post, di una sua immediata ripartenza.
Da ...il lupo perde il pelo....fino alla già discussa funzione rieducatrice #-o della pena da scontare.

Che dire a parte che quest'uomo non finirà mai di stupirmi: la passione sfrenata sta avendo ancora una volta il sopravvento sul suo terribile contrappasso? :D

Spero Maximka68 mi perdoni per questa piccola fuga di notizie che mi ha tranquillizzato un pò.
La destinazione scelta offre ampie garanzie in termini di rispetto della legalità e soprattutto regole certe.
Mi auguro anche in termini di problemi "annessi e connessi" alla gestione di questo genere di attività.

Va a Berlino, dove questi locali sono regolamentati da precise normative di legge.

Certo che se mi avesse detto di volere tornare a Kiev, sarei andato io a Palermo per dirgliene quattro!!!
Un libro credo possa bastare :D
"L'uomo saggio aspetta il momento giusto, il pazzo lo anticipa, l'imbecille lo lascia passare". (tratto dal film "Mai arrendersi")
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Re: Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

Messaggio da Gambado »

Berlino offrirà le stesse possibilità di guadagno di Kiev?
Visto che è un business legale penso che ci siano già molti centri massaggi .

Certo che però la tua caparbietà e' da ammirare , mi piacciono le persone che sanno quello che vogliono e lottano per riuscire ad averle .

Auguri Maximka68 , spero che a Berlino tu riesca a realizzare il tuo sogno.
In bocca al lupo
Attento a quel che desideri , potrebbe avverarsi
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Re: Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

Messaggio da dreamcatcher »

maximka68 ha scritto:“Maxìm – esclamò rivolgendosi a me con ironia – tu che sei italiano e che sei rammollito dalla tua cultura europea decadente e smidollata, non potrai mai capire cosa significhi grondare sudore e sangue per la tua nazione.
Quello che ho evidenziato in corsivo non credo che sia un concetto caro solo a Bieslan, nè un'idea che si sviluppa in una cella di lagher.
E' un'opinione che più o meno molti uomini ucraini, o se si preferisce possiamo estendere a tutto l'est europa, hanno di noi Italiani o Europei, salvo poi magari diventare "brat" per la vita.

A volte, e qui mi viene da ridere, perfino le donne lasciano trasparire una simile opinione... per quanto magari poi apprezzino questo "rammollito" che le sposa, quante volte ho sentito la mia bella esclamare che in casa serve un uomo che sappia mettere un chiodo, e non basta che abbia i pantaloni!

Beh, per quanto riguarda la storia di maximka, sono contento che come italiano sia stato capace di guadagnarsi non solo la protezione ma anche il rispetto e la stima di molti... e non per i crimini commessi, ma per il suo modo di essere e la sua personalità e intelligenza. Perchè in tutti i suoi racconti noto proprio questo: uno spiccato senso della sopravvivenza, chiamiamolo istinto o intelligenza, poco cambia.

La domanda per l'autore, sempre che non sia già a divert..ops a lavorare a Berlino, è questa:
quanto ti manca, quanto vorresti incontrare Bieslan nuovamente? e con lui, altri ospiti del lagher?
Hai fatto il militare Maximka? Ecco... una di quelle rimpatriate del tuo scaglione... ti piacerebbe? Pensi che piacerebbe a loro? ovviamente fuori da gytomir :mrgreen:
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Re: Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

Messaggio da maximka68 »

Luca 70 grazie per i tuoi apprezzamenti e consigli e grazie mille anche a Claudio r per gli auguri e compatibilmente con le regole di questo forum che non credo autorizzino messaggi pubblicitari mi farebbe piacere farvi sapere dove aprirò, anche se è già certo che si tratta di Berlino . Sto già creando il sito web e i contenuti in lingua inglese, russa ed italiana in attesa di arrivare nella capitale teutonica ed assumere una manager che faccia anche la traduzione in tedesco.

Come vedi, Gambado e anche tu Forrest Gump, non sono del tutto pazzo al punto da tornare a Kiev dove sarei carne da macello per la milizia
Sul fatto che Berlino sia una piazza sovrabbondante di offerta sessuale, devo dire che anche a Kiev al mio arrivo la concorrenza era fortissima, essendoci al tempo più di 40 centri massaggi. Ma senza volermi lodarmi e imbrodarmi da solo, impiegai meno di un anno a primeggiare con il mio salone. E ottimista come sono conto di fare lo stesso fra i crucchi. Qualità del servizio e delle ragazze e qualità della comunicazione possono fare la differenza.

Gastone, credo di avere già inserito un capitolo sulla guerra d’indipendenza cecena narratami da Bieslan. Controllerò e se non lo avessi fatto, ne inserirò qualche passaggio
Quanto alla mia facilità nel pianto dipende molto da una attitudine depressiva che ho sempre alternato ai momenti di esaltazione psicologica. La mia analista ha infatti definito bipolare la mia personalità. Tutto ciò fermo restando che trovarsi in un lagher ucraino farebbe piangere a dirotto molte delle persone che conosco pur non essendo bipolari come me.
Infine Dreamcather, si Bieslan e gli altri amici del lagher spesso mi mancano molto e grazie al cielo alcuni di loro sono usciti da poco. Proprio ieri in occasione del mio recente compleanno ho ricevuto un libro dall’ucraina da parte di uno di loro che si è persino ricordato quale fosse il mio autore russo preferito. Sono amicizie per sempre.
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Re: Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

Messaggio da maximka68 »

CAPITOLO I: ART. 18

Quando Lena, la manager che io stesso avevo addestrato all’intransigenza, scoprì Marina intenta a fumare clandestinamente sul balcone del mio salone massaggi – grave contravvenzione alle regole che avevamo concordato al momento dell’assunzione - era già la terza volta che quest’ultima veniva colta in flagranza e dunque, come da regolamento affisso nella bacheca della cucina, sarebbe scattato il licenziamento automatico.
Essendo nella stanza vicina, io sentii Marina supplicare la manager di non dirmi nulla e che sarebbe stata disposta persino a pagarla per tenere sotto silenzio il ‘fattaccio’ e non perdere il lavoro.
Ma Lena aveva un sadico diletto nel perseguire queste violazioni della deontologia, sia perché le massaggiatrici guadagnavano molto più di lei, sia perché le apparteneva come natura e venne da me con aria molto soddisfatta a denunciare l’accaduto, sapendo tra l’altro che l’avrei elogiata per avere bene adempiuto il suo ufficio di controllore.
Marina fu dunque attorniata dalle altre ragazze che presero a consolarla e a prendere le sue parti contro la perfida Lena, ma io intervenni tagliando corto ogni ulteriore dibattimento della questione, ricordando a tutte loro e soprattutto a Marina, che il regolamento esisteva a tutela del buon funzionamento del salone e che trasgredire per ben tre volte la stessa regola significava mostrare una strafottenza inaccettabile e una mancanza di rispetto, oltre che a tutte le altre persone, a me direttamente. Dunque avrebbe dovuto raccogliere le sue cose e lasciare per sempre il salone.
E nonostante nel pronunciare queste parole con grave solennità io sentissi distintamente una vocina da dentro farmi una pernacchia alla Totò e dirmi “ma mi faccia il piacere”, dovevo mantenere il punto e risi di me stesso solo internamente.
Marina balbettò una scusa infantile circa la sua vita privata, una delusione amorosa che le aveva causato grande pena e nervosismo improvviso da richiedere con urgenza insopprimibile una sigaretta consolatoria, ma vista la mia indifferenza alle sue ragioni, non le rimase che scoppiare in lacrime, abbracciata da Oksana e da altre massaggiatrici del mio salone, che la portarono a bere qualcosa e le asciugarono il volto.
Io invece me ne andai nel mio ufficio ovale, dicendomi occupato in cose importanti e che mi aspettavo di non ritrovarla più in giro al mio ritorno.
Passarono circa cinque minuti e sentii bussare alla mia porta. Dissi di entrare e come vivamente speravo e mi aspettavo sarebbe accaduto, era la singhiozzante Marina, completamente bagnata di pianto sul viso.
Le confermai che non avevamo più nulla da dirci, ma senza gridare o scompormi e piuttosto con l’aria di un burocrate che archivia una pratica come un’altra senza emozione, per suo dovere d’ufficio.
Ma Marina chiuse la porta alle sue spalle e lo fece a doppia mandata perché nessuno potesse entrare a disturbarci.
Marina veniva da Mariupol, una piccola città del sud dell’Ucraina, con il suo diploma di ragioniera che le aveva dato un’occupazione malpagata, sufficiente a mantenersi, ma non a comprare le borse Luis Vuitton e gli abiti Cavalli che sognava di indossare venendo nella capitale. Così fu giocoforza per lei la conversione professionale al massaggio erotico che le consentì quasi ogni vezzo e ogni lusso desiderato, quintuplicando di un colpo i guadagni. Aveva ventun anni, quando la assunsi, alta un metro e settanta circa, magra e seni piccoli e dritti, ma con le curve al punto giusto, grazie ai suoi fianchi strettissimi che esaltavano le rotondità e la qualità della sua pelle era eccellente, senza una smagliatura che fosse una, liscia e morbida con la necessaria compattezza muscolare, evidente nei solchi simmetrici e così plastici ai lati delle sue cosce sottili e eleganti da perfetta manchette,pelle ambrata perché sottoposta a periodici bagni di raggi uva nei centri estetici più esclusivi di Kiev, dove amava inoltre acquistare le extensions per le unghie acuminate e taglienti come coltelli, che sembravano quelle di una sensualissima arpìa.
Ora Marina aveva smesso di piangere e avanzando lentamente verso la mia scrivania, mi fissava con i suoi occhi verdi smeraldo arrossati e con un broncio infantile da mocciosa sgridata dal più severo dei papà
Io le chiesi cosa volesse, ma lei non proferì verbo.
Marina quel giorno non fu licenziata.
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Re: Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

Messaggio da gastone »

maximka68 ha scritto: anche se è già certo che si tratta di Berlino .
Vorrei venirti a trovare ma NON come cliente :)
maximka68 ha scritto: ]Gastone, credo di avere già inserito un capitolo sulla guerra d’indipendenza cecena narratami da Bieslan. Controllerò e se non lo avessi fatto, ne inserirò qualche passaggio
Grazie mille!
maximka68 ha scritto: Quanto alla mia facilità nel pianto dipende molto da una attitudine depressiva che ho sempre alternato ai momenti di esaltazione psicologica. La mia analista ha infatti definito bipolare la mia personalità. Tutto ciò fermo restando che trovarsi in un lagher ucraino farebbe piangere a dirotto molte delle persone che conosco pur non essendo bipolari come me.
Credo che non sarei riuscito a sopravvivere ad una settimana altro che pianto. Per me tu sei oltre :)
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Re: Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

Messaggio da uvdonbairo »

La prego di considerare che non sono tollerati linguaggi erotico/sessuali e i particolari relativi, quindi si astenga da scriverne. Grazie
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Re: Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

Messaggio da maximka68 »

uvdonbairo, non sapevo della limitazione e me ne scuso

A proposito delle ragioni del conflitto ceceno-russo, credo sia piuttosto pertinente questo breve passaggio che segue:
"Una volta chiesi a Bieslan perché i russi avessero negato così ostinatamente l’indipendenza al suo popolo, dato che il crollo del muro di Berlino aveva comunque dato vita a molte nazioni che prima erano sotto il giogo di Mosca, essendo in fondo la Cecenia solo un piccolo fazzoletto di terra nell’immenso territorio dell’ex Unione Sovietica. Ed egli mi spiegò che la ragione era la stessa che in tutti gli angoli della terra fa scoppiare immancabilmente le guerre:il petrolio e in particolare l’oleodotto sovietico, di cui la Cecenia costituiva un passaggio obbligato e che dunque avrebbe potuto lucrarne, chiedendo la sua parte di benefici e sfamare la sua gente, invece che ingrossare ancora di più le tasche degli oligarchi. Dunque mi fu tutto chiaro e considerai che davvero America e Russia sono storicamente due entità speculari della stessa faccia dell’imperialismo, uno travestito da capitalismo ed uno da comunismo. Probabilmente ciò non meraviglia un analista contemporaneo che guardi al comunismo reale con distacco da studioso, ma in me c’era ancora una parte affettiva legata al mito dei Soviet, nonostante avessi già revisionato le giovanili infatuazioni per Lenin e soprattutto per Stalin. Ed ecco che all’improvviso tutte le mie idee da liceale sinistroide infarcito di suggestioni filosovietiche che sopravvivevano qua e là nella mia mente in forma di sentimentalismo più che di razionalizzazione, furono spazzate via definitivamente. Gramsci aveva sempre visto giusto nel criticare il modello sovietico e Togliatti e i suoi successori erano stati miopi o avevano chiuso gli occhi in mala fede".
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