Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

Tutti i problemi nascosti o seminascosti, tutto quello che è fuori dalla sfera della vacanza e del viaggio di piacere.
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Forrest Gump
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Re: Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

Messaggio da Forrest Gump »

Ebbene si, sono stato io il colpevole!! 8) Colui che ha portato Maximka68 nella sconosciuta Kiev degli anni 2000.
E vi spiego anche: come, quando e perchè.
Certamente se avessi avuto una sfera in grado di prevedere il futuro non gliene avrei mai parlato.

Penso che Maximka68 sia una di quelle persone che il destino mi avrebbe fatto comunque incontrare perchè tali e tanti erano gli elementi.......
- identica città: Palermo;
- identico quartiere dove i ragazzini giocano a pallone o passeggiano i cani (Malaspina/Noce);
- identica età;
- identica scuola salesiana: elementari e medie, sebbene classi diverse;
- identica Università: giurisprudenza;
- identica passione per i cani (il mio cane era un campione Italiano di bellezza);
- identica passione per i viaggi e le lingue straniere;
- identica voglia di andare via dall'Italia, che già allora ci stava stretta.
...che un giorno, già da adulti, tra una passeggiata con i cani ed uno scambio di opinioni sui nostri viaggi, ci ritroviamo in una pizzeria con le nostre rispettive storiche fidanzate italiane :D
Particolare quest'ultimo, non indifferente, da tenere a mente per la sua importanza.

Ma il destino ci riserva ancora dell'altro. Le nostre strade si intrecciano e si annodano ancora.
Entrambe le storie d'amore, quella mia e quella di Maximka68, avviate verso un finale scontato: un lungo tappeto rosso che termina di fronte ad un altare di una chiesa ricolma di una folla calorosa che applaude, finiscono quasi simultaneamente e, ancora una volta, direi per identico motivo.

Così finalmente, io posso dare sfogo liberamente alla mia passione sfrenata per i viaggi, alle mie idee definite insensate, da visionario, da sognatore.
Quelle stesse idee che oggi mi hanno portato lontano dalla mia città e, soprattutto, da una storia già scritta.

Un giorno però, capita che mi presento a Palermo con una..... #-o si può dire "sventola da urlo"?
Colei che sarebbe diventata a brevissimo mia moglie.

La reazione di Maximka68 è di gran meraviglia. E la meraviglia, si sa, è il risultato di stupore misto ad ignoranza.
Ignoranza su cosa nascondeva la Kiev di quegli anni: le sue donne.
E la mia ne era una degnissima rappresentante.

Più che la sua reazione, comune a tanti altri ed anche al sottoscritto la prima volta che l'ho vista, restano memorabili alcune sue frasi che mi porterò sempre dentro con un filo di orgoglio personale.
Non so se lui le ricordi ancora, anche perchè oggi mia moglie ha 40 anni e prima 28:
"A Palermo come lei ce ne saranno massimo 3!" e "Se la vede la tua ex muore, può passargli sotto le gambe!".

Il resto lo ha fatto la sua proverbiale testardaggine.

Tre anni e 6 mesi dopo il mio matrimonio, quando decido di tornare a Kiev, per trasferirmi definitivamente in Ucraina, Maximka68 era già lì da tempo. Fisso!

E, con lui, anche la sua "passione sfrenata", quella che lo avrebbe portato più tardi alla fatidica decisione ed al "suo terribile contrappasso".

E se anche non avessi conosciuto Maximka68 dall'Italia, ciò sarebbe certamente avvenuto a Kiev, dove i pochissimi italiani residenti già allora si conoscevano a memoria e si chiamavano per nome.
Dove ci si incontrava nelle poche pizzerie "con mozzarella" ed i nuovi arrivati venivano subito presentati agli altri.
Dove Maximka68, grazie prima alla sua attivissima vita sociale notturna e poi all'attività che aveva avviato, era molto più famoso di me.

Insomma, la nostra era una storia scritta.


"L'uomo saggio aspetta il momento giusto, il pazzo lo anticipa, l'imbecille lo lascia passare". (tratto dal film "Mai arrendersi")
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Re: Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

Messaggio da marcoxx »

maximka68 ha scritto:
La Lettonia è un Paese ormai civile, democratico ed europeo e dalle informazioni che ho raccolto localmente da quando sono in libertà, un centro massaggi erotici a Riga non trova alcun impedimento anche fosse malavitoso, perché la polizia ormai spurgata dalla corruzione di tipo ucraino e russo ti protegge, purchè si paghino le tasse, come accade in Germania o in Olanda.
E le tasse incidono per il 15% sui profitti da quelle parti, una vera manna, mentre costituire una società è a costo zero perché esiste il capitale secondo il modello ‘nummo uno’ : insomma con un euro simbolico la costituisci.
ho vissuto circa 9 anni a Riga,2000-2009. certamente la Lettonia è UE,è molto più avanti rispetto all'Ucraina sotto tanti aspetti,è vero anche che il sistema di tassazione è generalmente a condizioni molto favorevoli per gli investimenti,e che il settore del sesso sia stato "scelto" (insieme a quello dei casinò) come uno dei cardini principali per attrarre turismo da quelle parti (con vantaggi e anche svariati svantaggi,perchè Riga rispetto a 10-15 anni fa si è "svenduta" alla grandissima)

però ti avviso che non sono affatto tutte rose e fiori,anche se,ovvio,per uno che viene da un'esperienza come la tua,magari lo saranno :wink: però la corruzione anche lì è ancora ben radicata,un certo tipo di mentalità post-soviet pure. la Lettonia poi è il paese più "russo" tra i 3 baltici,e Riga in particolare.
lobby,gruppi di potere,seppur non enormi,ci sono. non so di preciso in quel settore come sia la situazione,perchè ormai sono 4 anni che a Riga ci passo solamente (2-3 volte all'anno) ma ad occhio direi che senza accordi con la malavita russa e locale,non sarà facile entrarci. poi chissà.....
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Re: Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

Messaggio da Forrest Gump »

A proposito Maximka68, ho un'altra domanda.

Mi avevi detto di volere partire alla ricerca della donna della tua vita, sappiamo tutti come sono andate le cose.
Tutto sommato, guardando al lato positivo della cosa, possiamo oggi dire che hai raggiunto l'obiettivo prefissato? :D
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Re: Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

Messaggio da maximka68 »

Caro Forrest,

di vita ne è corsa da allora ed essere ancora qui a raccontarcela è una sensazione piacevole. Come sai ho trovato un angelo sotto le mentite spoglie di una donna a Kiev e quindi il mio bilancio è comunque positivo.

Marcoxx grazie per la testimonianza su Riga e mi rendo perfettamente conto che la malavita abbia le grinfie sul business dell'erotismo anche in Lettonia, ma io non mi fermerò davanti a niente, anche perchè ho fiducia nella possibilità di negoziare una soluzione 'diplomatica' con i criminali locali che vogliano sbarrarmi la strada. Ora conosco il loro linguaggio e i loro codice molto meglio di prima e non è un caso che io abbia scelto Riga piuttosto che Budapest o Costanza. Proprio la forte componente di etnìa russa mi farà sentire a casa e i malavitosi lettoni non mi vedranno come un intruso quando sapranno che ero e sono amico di persone come Bieslan e altri 'rispettabili' armeni, russi, ucraini e georgiani che sono nel lagher di Gytomir.
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Re: Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

Messaggio da maximka68 »

Capitolo XXI La biblioteca del lagher e “La nascita della tragedia”

Fra i privilegi che conquistai divenendo la 'vedette' della chanson nel lagher di Gytomir, interpretando un vasto repertorio di canzoni ucraine e russe davanti all’auditorio sempre gremito di detenuti e milizia ad ascoltarmi nel puntuale concerto domenicale - occasione per fare propaganda propinando tediosi film sulla gloriosa Unione Sovietica e sulla devianza criminale repressa, che anche per un cinefilo onnivoro come me risultavano indigeribili - ci fu quello di avere uno speciale pass che mi consentiva di lasciare la baracca per andare alle prove con l’orchestra ad ogni pomeriggio.

Così, con la complicità di Sasha il musicista che mi copriva, molto spesso riuscivo a sgattaiolare in biblioteca, dove avevo simpatizzato con il suo gestore, un kapò mio coetaneo molto alla mano, di nome Vasja, coriaceo e burbero di primo acchito, ma una pasta d’uomo a conoscerlo bene e per nulla asservito alla polizia penitenziaria, anche se lo faceva credere per quieto vivere.

Fra me e Vasja c’era un patto di acciaio, in base al quale io gli insegnavo la lingua inglese e gli fornivo qualche sigaretta e lui mi faceva leggere tutti i libri che volevo, servendomi gentilmente un the delizioso alla menta accompagnato da biscotti al burro di contrabbando.

Non avrei dovuto accettarlo, provenendo da uno degli zafkos, dato che così contravvenivo alle regole della fratellanza, ma io delle regole stupide non mi curavo troppo quando potevo, purché non visto. Vasja era uno a posto secondo il mio giudizio.

Quello del resto era uno dei momenti più belli della giornata, chiusi entrambi in biblioteca a conversare, come in un tempo e in luogo sospeso dal resto del lagher.
Sorseggiando prolungatamente quella bevanda calda seduti davanti ad una bellissima scacchiera che aveva costruito e dipinto con le sue mani e che era il suo orgoglio, mi chiedeva spesso di parlargli dell’italia che sognava di visitare un giorno, quando la sua lunghissima condanna per un omicidio che giurava di non avere mai commesso, fosse terminata.

Di mestiere era un piccolo artigiano intagliatore e così nutriva speranze di potersi ricostruire una vita all'estero, lontano dall'Ucraina che lo aveva tradito.
Ed io mi tuffavo nei ricordi del Bel Paese descrivendogli Roma, Milano, Venezia, Napoli e la mia Palermo, senza deluderlo, naturalmente, includendo colorite storie di mafia e di banditi leggendari come Salvatore Giuliano.

La mia conoscenza del russo non era tale da consentirmi di assaporare fino in fondo opere complesse senza l’ausilio di un vocabolario e allora spiluccavo fra i libri polverosi e mai toccati da chissà quanto tempo alla ricerca di un libro in lingua anglosassone (di volumi in italiano manco a parlarne, ovviamente).

Fu così che mi imbattei entusiasta in una versione inglese de “La nascita della tragedia” di F.Nietzsche e la divorai letteralmente in poche sedute di lettura, a giorni alterni, per evitare di insospettire qualche miliziano che fosse venuto a controllarmi al piccolo teatro dove Sasha si esercitava quotidianamente alla chitarra o al pianoforte ed anche io avrei dovuto essere a praticare il canto in vista dell’immancabile concerto.

Per Nietzsche avevo sempre nutrito un odio superficiale, fondato non sulla reale ed approfondita conoscenza dei suoi scritti, bensì sulla sua ventilata vicinanza ideologica a Wagner e al nazismo che anche il mio professore di filosofia aveva sottolineato al liceo.
Ma ora c’era da turarsi il naso ed infischiarsene, perché pur di leggere qualcosa che avesse un qualunque valore letterario, mi sarei persino sciroppato “Mein kampf” di Adolf Hitler.
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Re: Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

Messaggio da domedo79 »

Buongiorno maximka68

Quando ti e' venuta l' idea di scrivere il libro ?

Bieslan che come ci hai detto e' il protagonista del libro cosa ne pensa ?
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Re: Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

Messaggio da dreamcatcher »

Forrest Gump ha scritto:- identica scuola salesiana: elementari e medie, sebbene classi diverse;
:lol: ...beh però a parte le battute sono venuti fuori due che "parlano anche latino!" :lol:

La mia domanda di oggi per Maximka riguarda invece ancora una volta il lagher, o meglio, alcuni degli "ospiti" (mi veniva da chiedere fare considerazioni su Riga , il nuovo progetto e i nuovi - speriamo di no - guai... ma meglio lasciar perdere :mrgreen: ).

Un paio di giorni fa è stato assolto nei civilissimi stati uniti un uomo accusato di omicidio, dopo 22 anni di carcere da innocente. Ai tempi i cui fu arrestato aveva problemi di droga ed era disoccupato, ma comunque è finito dentro senza essere colpevole di omicidio e sempre grazie alla corruzione di chi dovrebbe essere paladino della legalità. Forse il carcere non era un lagher ma insomma....

l'Ucraina, da questo punto di vista, come la vedi? Una via di mezzo tra un paese civile che può sbagliare e uno in cui giustizia sommaria e condanne esemplari la fanno da pardone?

Ma soprattutto, sono curioso di sapere come vedevi tu quegli abigeni di cui tanto si parla nel tuo racconto, e non solo.
A volte sono innocenti, disabili ecc ecc... il sentimento che nasce nel lagher davanti alle loro storie e immagino nel conoscerli di persona dovrebbe essere abbastanza chiaro.

Ma gli altri, quelli che pedofili e stupratori erano veramente, quelli che senza alcuna ombra di pentimento si vantavano probabilmente del loro passato e dei loro errori, TU come li vedevi? Vittime del lagher? In te, prima di conoscere la realtà carceraria, che sentimento si generava ogni volta che leggevi di delitti di questo tipo? Prendo spunto da una storia di oggi, il tizio che negli USA ha ucciso un bimbo di 13 mesi in passeggino davanti alla madre, per pochi dollari... immagino che uno così nel lagher non avrebbe scampo, altro che processi attenuanti ecc ecc. Ma lì dentro ci deve stare, anche magari in TUA compagnia... come ti riferivi a loro? Li vedevi vittime del lagher, o tornava a galla in te (se mai l'hai provato) quel desiderio di vendetta, punizione, o se preferisci giustizia in nome di quel bambino o donna che ha subito violenza?

Grazie... e buon weekend... vedo che hai da lavorare :D
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Re: Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

Messaggio da maximka68 »

Caro Dreamcatcher,

Dice un adagio sovietico, che in ogni famiglia almeno un componente deve assaporare la prigione perché la famiglia stessa possa definirsi tale. Questo la dice lunga sulla qualità della sistema di polizia e giudiziario in questi Paesi, dove moltissimi innocenti sono stati incarcerati senza prove e con processi sommari.

Il danaro è il vero motore della giustizia in Ucraina e tutto o quasi si risolve con le grivne, tranne che non ci siano interessi politici - o riflettori pubblici per la grande eco giornalistica - a tenere dentro qualcuno, come nel caso dell’ex premier Timoshenko e del suo ministro degli interni.
E se sposti di poche centinaia di chilometri da Kiev lo sguardo sulla Bielorussia puoi vedere ciò che succede lì con 'il dittatore pazzo delle Bananas' Lukashenko, che sbatte nei lagher chi gli pare e quando gli pare.

L’america non è certo un’ isola felix ( dato che ti piace il latino :) ) , ma non è minimamente paragonabile al medievalismo e alla corruttela sovietica.

Riguardo al tema delicatissimo degli ‘abigeni’, occorre fare un distinguo.
Se io vedessi qualcuno commettere violenza sessuale su un bambino, lo strozzerei con le mie stesse mani sul posto, perché ‘a caldo’ niente potrebbe impedirmelo.

Ma se incontrassi la stessa persona in una cella dopo che il delitto sia stato commesso e sia stato condannato a 15 di prigione, come mi è accaduto a Gytomir, non gli userei violenza, perché ‘a freddo’ io sono incapace di usare la forza bruta. Semplimente ne avrei schifo e non gli rivolgerei la parola, pretendendo lo stesso da parte sua.

Cosa totalmente diversa riguarda gli omosessuali verso i quali ho assoluto rispetto della loro libertà di scelta e di orientamento.
A Gytomir gli omosessuali venivano trattati dagli altri detenuti come degli appestati, appunto degli ‘abigeni’ e questo lo ritengo un fatto ingiustificabile. L’omofobia è solo una forma di ignoranza.

E lo stesso dicasi per il trattamento che nel lagher avevano i detenuti di pelle nera, definiti ‘abisiani’ ossia scimmie. Io scardinai questa pratica di emarginazione essendo uno dei pochissimi bianchi a sedere spesso a mensa accanto agli africani, molti dei quali sono diventati dei carissimi amici.

Bieslan mi autorizzò a scrivere di lui fin dall’inizio, quando cominciò a raccontarmi la sua storia. E fu molto orgoglioso del fatto che negli appunti che scrivevo già nel lagher lo chiamassi ‘comandante’ Bieslan.
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Re: Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

Messaggio da maximka68 »

Oggi dal lagher ho ricevuto una graditissima telefonata dal mio amico ed unico italiano ancora imprigionato lì. Antonio P.

la sua famiglia ha pagato 3000 euro agli stati maggiori del lagher perchè lo liberassero dalla cella di isolamento dove lo avevano rinchiuso arbitrariamente, solo perchè si era rifiutato di fare l'ora di ginnastica all'aria aperta e alle sei del mattino, con 15 gradi sotto zero. Da notare che Antonio ha più di 50 anni e soffre di cuore.

Quando gli ho detto che sto scrivendo questo libro, mi ha chiesto di parlare anche di lui e quindi presto lo farò, naturalmente garantendogli l'anonimato.
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Re: Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

Messaggio da massinani »

Mi aggiungo ai ringraziamenti già fatti da altri per ciò che stai condividendo con noi tutti.

Io, ignorante non avvezzo alla lettura che non sia tecnica, mi sto appassionando alla tua storia e alla lettura dei commenti degli altri utenti del forum.

Grazie ancora
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Re: Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

Messaggio da Neo »

Caro Maximka, mi hai fatto ridere tanto, con la battuta  riguardo le nostre "arancine fritte con i piedi" :lol: :lol:

Avrei alcune domande da porti:

Com'è cambiato il tuo concetto di libertà , dopo l'esperienza che hai vissuto?

L'amico Forrest, ci ha svelato "l'humus" dal quale provieni;  quanto è stato difficile, per uno con il tuo background culturale, entrare in schemi più affini a chi è avvezzo a delinquere?

Grazie, se vorrai rispondere.
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Re: Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

Messaggio da maximka68 »

Grazie di cuore Massinani,

ma siamo tutti ignoranti o comunque ciascuno di noi conosce solo un infinitesimo di ciò che invece dovremmo. Sono certo che tu hai competenze in campi nei quali io sono totalmente asciutto.
Sono le conseguenze della parcellizzazione e frammentarietà del sapere della nostra epoca, che è ricca di tecnologia e povera di umanesimo.
Gli ultimi sapienti sono scomparsi al giro del secolo scorso, prima dell’avvento di televisione e web.
Ma fino a che ci siano ancora persone come te che trovano piacere nella lettura, c’è speranza per tutti.

Neo, proprio vero che noi siciliani abbiamo un rapporto privilegiato con le arancine! :D

Quanto alla mia interazione culturale e sociale con la criminalità nel lagher non ho davvero avuto grandi problemi , anzi al contrario ho ricevuto forti stimoli affettivi e intellettivi e stabilito rapporti di amicizia o di buon vicinato con la maggior parte di loro.

Mi sono posto in modo umile e in un atteggiamento di ascolto e di rispetto verso il prossimo. Anche perché se avessi fatto diversamente sarebbe stato un suicidio.
Così sono stato accettato molto più in fretta di quanto credessi ed ho imparato da tutte le persone che ho incontrato, anche le più rozze, crude ed incolte.

D’altra parte io ho praticato lotta libera e poi pugilato per moltissimi anni in gioventù e questi ambienti sportivi specifici sono per definizione frequentati da persone di ceto non certo aristocratico .
I miei compagni di allenamento venivano dallo sperone, da borgo nuovo, dal michelangelo e da altri quartieri difficili, dove la gente è diretta, genuina, poco scolarizzata ed a volte anche molto aggressiva per le difficoltà della vita.
Non dico che possano assimilarsi agli ex sovietici che ho incontrato nel lagher, ma questa mia adattabilità ad ambienti non borghesi mi è tornata utilissima.
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Re: Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

Messaggio da maximka68 »

Capitolo XXII La piramide criminale nel lagher

A Michail, un simpatico, ironico, giovanissimo, diciannovenne ‘spanà’ – spiegherò poi il significato di questo suo titolo e grado - con il quale avevo fatto amicizia durante la quarantena, debbo la mia conoscenza della struttura piramidale criminale nei lagher dell’ex Unione sovietica.

Prima notazione interessante è che avere un determinato status in un lagher di Kiev consente alla stessa persona di mantenerlo anche qualora in futuro dovesse trovarsi detenuto a Mosca, a Tblisi o a Riga, in quanto la comunità criminale dell’ex Unione Sovietica ne abbraccia idealmente il territorio intero, a dispetto dei confini che la geopolitica dei governi ha determinato nell’ultimo quarto di secolo.
Quasi come dire che nonostante le varie dichiarazioni d’indipendenza susseguite alla caduta del muro di Berlino, i criminali si sentono parte di un ‘unicum’ che chiamano tuttora CCCR. La ‘quarta internazionale del crimine’.

Inoltre essere un mugik, uno spanà, un brodiag o un vorzacon è per la vita, come le cariche dei senatori italiani nominati dal Presidente della Repubblica o se vi sembri irriverente il paragone, come l’essere mafiosi o camorristi. “Non sei tu che scegli di essere ciò che sei, ma altri che hanno esperienza della vita, discernimento e autorità ti scelgono e tu non puoi rifiutare.

Così è accaduto a me quando un ‘bradiag’ mi ha nominato ‘spanà’”, così Michail mi spiegò la sua investitura in età tanto precoce .

E fu effettivamente impressionante assistere alla sfilza di presentazioni ufficiali di detenuti che provenivano da tutte le baracche di Gytomir a rendere omaggio a Michail, quando egli era appena giunto e si trovava ancora in quarantena con me. Il tam tam fra esterno ed interno del gulag aveva infatti preannunciato il suo arrivo con largo anticipo.

Ciò che mi colpì altresì fu anche il fatto che i trascorsi criminali di questo ragazzino magro come un acciuga e dal pallore lunare, con due palle celesti che quasi uscivano dalle orbite dei suoi occhi, due accattivanti fossette sulle guance ed una risata trascinante, non erano particolarmente efferati e consistenti, avendo commesso solo furti con destrezza nella metropolitana, truffe a qualche turista gonzo e qualche contravvenzione per ubriachezza molesta e rissa.

La ragione del suo prestigioso grado di spanà risiedeva infatti da una parte nel suo rispetto del codice d’onore, in virtù del quale mai rubare agli anziani o in luoghi sacri, mai vendere droga o sfruttare la prostituzione e dall’altra nel suo carattere forte e sicuro senza baldanza, nella sua vivace intelligenza e nella sua ferma indisponibilità a svolgere una qualsiasi attività lavorativa ordinaria, elemento questo fondamentale per essere insigniti di gradi nella piramide criminale. Lavorare è infatti considerato compromettente per un bandito DOC.

La domanda che ti veniva posta quotidianamente incontrando detenuti ai quali non eri stato introdotto in precedenza era: “ti kto pa gisni?” , letteralmente ‘tu chi sei nella vita?. Un interrogativo quasi esistenziale, che in realtà nel lagher si connota di grande praticità e concretezza. Michael poteva rispondere orgogliosamente “ia spanà” , “io sono uno spanà” e chiunque nel sentire queste parole avrebbe pagato rispetto. Infatti nella gerachia criminale dell’ex Unione sovietica al vertice si trova il Vorzacon, il capo che in ogni lagher comanda l’intera fratellanza e che ha l’onere di ‘riscit vapros’, ossia dirimere tutti i conflitti, risolvere i problemi, regolare la vita della comunità e reprimere ogni attività ritenuta in conflitto con il codice criminale.
Sotto di lui ci sono i ‘brodiag’, i sottocapi che lo consigliano e coadiuvano nella direzione, ancora una spanna in giù trovi gli ‘spanà’ che sono i soldati scelti, quelli che hanno il contatto diretto con la base e che agiscono da tramite fra tutti i “mugiki” letteralmente ‘uomini veri’ - ossia i comuni delinquenti che comunque siano ‘pariadki arrestanti’, ossia riconosciuti rispettosi delle regole e della piramide di potere - e la direzione dei brodiaga e del vorzacon.

E per far capire il potere di vita e di morte che questi uomini esercitavano sugli altri di grado inferiore, MIchael mi disse che uno ‘spanà’ come lui avrebbe potuto picchiare ferocemente un ‘mugik’ anche in pubblico e il ‘mugik’ avrebbe dovuto porgere l’altra guancia e non reagire, salvo poi chiedere eventualmente giustizia ad un brodiag, qualora ritenesse di non aver meritato la punizione fisica.

Ultimissima notazione, quando qualcuno mi chiedeva “ti kto pa gisni?” io rispondevo come Bieslan mi aveva insegnato e come Michael aveva confermato che io dovessi fare, ossia rivendicando il mio status ‘altro’ di ‘inastranzia’, ossia di detenuto straniero, dunque un outsider, ma allo stesso tempo di ‘pariadki arrestant’ ossia di detenuto che rispetta le regole della confraternita pur non potendo appartenere in alcun modo alla piramide criminale per ragioni di nazionalità.

Questa sorta di autocertificazione era naturalmente soggetta a possibile verifica e guai a chi avesse mentito e magari fosse stato invece un ‘pituk’, un ‘cane’ – il pituk era colui il quale avesse accettato di lavare indumenti altrui o sbrigare altre incombenze in cambio di sigarette o di cibo - o un 'abigeno' e non un ‘mugik’ o comunque un ‘pariadki arrestant’.
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Re: Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

Messaggio da dreamcatcher »

E' interessante notare che in un ambiente comunque violento, a prescindere dai codici e dai regolamenti non scritti, uno straniero venga quasi "rispettato". Mi sarei aspettato un trattamento ben diverso per chi è arrivato a "delinquere" in una terra non sua... ancora di più per chi in qualche modo ha avuto a che fare con le donne di quel Paese...
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Re: Storia di una passione sfrenata e del suo terribile contra..

Messaggio da maximka68 »

ciao Dreamcatcher,

non per il piacere di contraddirti, naturalmente, ma giusto per specificare.

In realtà il rispetto non nasce dal fatto di essere stranieri o ucraini. Te lo devi guadagnare con molta dedizione, attenzione e un pizzico di fortuna. Considera che fra gli stranieri c'erano un giordano ed un olandese che sono stati picchiati innumerevoli volte,anche molto duramente, per la loro incapacità di adattamento .

L'unica differenza di trattamento che lo straniero riceve inizialmente riguarda la presunzione che abbia del danaro e che quindi possa essere sfruttato più degli altri finanziariamente. Ma nel momento in cui questa possibilità di scambio non si verifica perchè lo straniero in questione non è abbiente, per esempio, ogni distinzione cade.

Io non avevo soldi perchè mi erano stati rubati tutti dalla polizia ed il resto del mio conto corrente italiano fu prosciugato dagli avvocati. Quindi la mia situazione temporanea di non abbienza non mi ha aiutato, sebbene mia moglie riuscisse a portarmi da mangiare regolarmente e contribuire un minimo alla ciornaia, la cassa della fratellanza alla quale sei tenuto a versare qualcosa (minimo 100 dollari) ogni mese..
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