INTRODUZIONE: Perche' raccontare i miei viaggi? Forse per sentirmi vicino all'Ucraina, forse per fare un regalo alla mia Principessa, o forse perche' mi aiuta a non dimenticare. Queste storie sono dedicate a chi con il suo sudore vive per gli altri, come tante donne che in Ucraina si consumano lavorando e non aspettandosi altro dalla vita se non i frutti della loro dura esistenza. La mia vita e' rinata un giorno, per conoscermi meglio potete leggere "In Ucraina per amore" la pagina "La vita e' bella".
Ora vi saluto e per chi lo vorra' buona lettura!
LA MIA UCRAINA La PRIMA VOLTA
Finalmente arriva il sognato nulla osta per ricongiungere a noi Bogdan. E' la fine di agosto del 2004 quando un sabato pomeriggio io e Galyna partiamo. Victor un autista dei pulmini che fanno la spola tra Verbania e Volocisk mi raccomanda di passare da Chop, soluzione che adottero' solamente in questo viaggio, ma che si dimostrera' indimenticabile. Attraversiamo la Svizzera, e all'imbrunire siamo gia' in Austria, la mia Fiat Punto corre sull'autostrada attorniata da larici che sembrano fare da guardia alle immense montagne che si perdono al cielo.
La mattina dopo passata Vienna ci vede arrivare a Budapest dove mi perdo nel caos del centro. Non c'e' centimetro senza un automobile, e io sono in mezzo a questo vortice, da cui non riesco ad uscirne se non dopo un ora imprecando a ogni suonata di clacson che mi arriva alle spalle. Sempre avanti direzione Ucraina, decidiamo di fermarsi a bere un caffe' verso il confine.
Arrivo a Chop dove ci aspettera' una grande coda e invece no, solo dieci minuti di attesa e una Capitano della Milizia mi fa l'interrogatorio su tutto, ma dopo aver spulciato ogni angolo di documento e della mia automobile ci lascia andare. SIAMO IN UCRAINA!
Galyna ogni volta che vede una mercedes scura che chiude qualsiasi presa d'aria. "Questo e' un mafioso!" dice, "Ora ci aspetta e ci porta via tutto!", e via verso i Carpazi, in uno stato che potete immaginarvi, ogni curva ho paura di incontrare qualche banda che niente ha in comune con quella di Cannobio dove io suono il trombone come avete letto nella Vita e' bella... Ma dopo molti chilometri e la magnifica vista sui Carpazi la paura svanisce anche perche' in effetti si dimostrava infondata.
Percorro queste decine di chilometri facendo lo slalom tra buche immense che mettono a dura prova gli ammortizzatori della mia Punto, ma che resisteranno negli anni ad altre otto emozionanti avventure in Ucraina... Prima di arrivare a Ternopil la strada si stringe, stanno asfaltandone un pezzo. C'e' un uomo enorme che e' fermo in centro strada, appena arrivo alla sua presenza Lui nota la mia provenienza dalla targa di Verbania. Comincia allora a raccontarmi i suoi trascorsi di "badante" a Torino, agitando la sua mano grande come una ruspa, ma io noto dalla luce dei suoi occhi che e' buono come il miele.
Non finisce mai di raccontare, anche quando dietro a noi si forma una coda infinita, e se qualcuno di questi si permette una strombazzata il personaggio alza con tono minaccioso il badile che l'aiuta a stare in piedi, fino a che anche io devo a malincuore andarmene perche' la strada e' ancora lunga, con grande sollievo per chi dietro a noi era fermo ad attendere. Passano le ore, e a notte fonda siamo finalmente a casa, a Pisarivka!
Il cuore batte forte all'arrivo a casa dei miei suoceri. Mi accetteranno? In fondo sono qui per portar via Bogdan per portarlo in Italia. Certo che per loro sono un intruso, non potrebbe essere diverso. Entriamo in casa e non riesco ad andare avanti. Vedere Galyna abbracciare il suo bambino mi fa piangere a dirotto, fino a che la mamma Eugenia mi passa il suo foulard per asciugare le lacrime.
Dopo i convenevoli in effetti abbastanza freddi ce ne andiamo a dormire stremati da queste 38 ore di viaggio. La mattina dopo e i giorni a seguire sono solo un girare nelle case di Pisarivka. Tutti vogliono conoscere l'Italiano, il primo che arriva in quel posto, come fossi un astronauta. Tutti anche vogliono darmi la loro Gorilka, rischio di finire come Mastroianni in un suo film quando a furia di brindare si riduce ubriaco perso, ma anche grazie a questa lezione a malincuore ogni volta rifiuto l'invito scampando alla sicura ubriacatura.
Una mattina conosco la nonna materna di Galyna, si chiama Sofia. da Lei imparero' molto, mi prese subito a cuore come un suo figlio, ma la cosa che ha dell'incredibile e' che anche se noi due parlavamo due lingue opposte riuscivo a capire cosa diceva, non so come ma la conservero' sempre nel mio cuore, non potro' mai dimenticare la sua dolcezza. Se ne e' andata in Cielo 20 giorni dopo Papa Giovanni PaoloII, me lo aveva anche predetto, ricordo che mi disse una volta quando il Papa era ricoverato al Gemelli che se se ne fosse andato anche Lei l'avrebbe seguito. Cosi' infatti e' successo. Il 9 settembre andai a Kiev a ritirare il visto per Bogdan. Kiev e' una citta' magica, di lei portero' sempre con me il ricordo di quel musicista di Bandura che sotto le fronde di un ippocastano all'ombra delle cupole dorate della Cattedrale suono' per me e Galyna un intensa melodia. Ritirammo il visto e tornammo subito a Pisarivka, la mattina dopo saremmo tornati in Italia con Bogdan.
I saluti furono molto tristi, i miei suoceri credevano che non avrebbero mai piu' rivisto il loro adorato nipote, ma come fare a non essere d'accordo con loro? Io prevedevo di ritornare in Ucraina verso ottobre del 2005, ma nel febbraio visto che galyna a quel tempo non lavorava chiesi 15 giorni di ferie alla mia ditta, presi il visto a Milano e sotto una tormenta di neve che faceva bianco tutta la zona del lago Maggiore partimmo per la secondia mia storia verso la mia Ucraina!.
Alla prossima storia cari amici! Bogdancic
La mia Ucraina
- uvdonbairo
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Ciao
ho riunito o tre post altrimenti si chiama cross posting e non va bene.
Continua in questo post le tue storie.
Saluti
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Saluti
Alibrando Morgantini
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A proposito dei "convenevoli abbastanza freddi", volevo semplicemente dirti che è normale perchè in Ucraina i convenevoli praticamente non esistono.
Figurati che mia moglie che ha vissuto con me in Italia per tre anni, mi ripeteva sempre frasi del tipo:
- Perchè i tuoi parenti (zie, cugini ecc.) mi chiedono sempre: "come stanno i tuoi, salutaceli!", se non si sono mai conosciuti??
- Perchè voi italiani dopo la cena al ristorante o in pizzeria, state ancora dieci minuti a parlare fuori dal locale??? Non potevate farlo dentro??
- Perchè quando parlate di affari con uno sconosciuto, dovete sempre prima parlare del tempo, dei luoghi comuni o prendere un caffè lungo venti minuti prima di arrivare al dunque????
Adesso che viviamo a kiev, ho capito cosa intendeva.
Qui, se ci si vede con uno sconosciuto per affari, dopo la stretta di mano si DEVE arrivare al punto.
Ogniqualvolta mi sono dilungato "all'italiana" ho avuto l'impressione che il mio interlocutore di turno fosse profondamente convinto di perdere il suo tempo o, quantomeno, di essere decisamente annoiato dal mio turpiloquio.
Figurati che mia moglie che ha vissuto con me in Italia per tre anni, mi ripeteva sempre frasi del tipo:
- Perchè i tuoi parenti (zie, cugini ecc.) mi chiedono sempre: "come stanno i tuoi, salutaceli!", se non si sono mai conosciuti??
- Perchè voi italiani dopo la cena al ristorante o in pizzeria, state ancora dieci minuti a parlare fuori dal locale??? Non potevate farlo dentro??
- Perchè quando parlate di affari con uno sconosciuto, dovete sempre prima parlare del tempo, dei luoghi comuni o prendere un caffè lungo venti minuti prima di arrivare al dunque????
Adesso che viviamo a kiev, ho capito cosa intendeva.
Qui, se ci si vede con uno sconosciuto per affari, dopo la stretta di mano si DEVE arrivare al punto.
Ogniqualvolta mi sono dilungato "all'italiana" ho avuto l'impressione che il mio interlocutore di turno fosse profondamente convinto di perdere il suo tempo o, quantomeno, di essere decisamente annoiato dal mio turpiloquio.
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