Giusta osservazione Forrest.Forrest Gump ha scritto:Perchè per esempio, quando sentiamo che un ragazza ucraina prende un visto polacco per entrare in Italia, le saltiamo addosso (comprendo questa gente, ma sto zitto perchè la legge è legge) e quando invece si tratta di altro, diciamo che Striscia ha ciccato?
Però, almeno per quello che riguarda i miei interventi, non intendevo dire che Striscia abbia ciccato. Semplicemente mi chiedevo sia come avvenisse il trasporto di merce/persone mediante pullmini, e sia come fosse possibile, date per certe le mille irregolarità, che anche la vendita si potesse svolgere alla luce del sole, anzi in spazi appositamente messi a disposizione dal comune, con tanto di sorveglianza ecc ecc.
Allo stesso modo so per certo che un visto polacco non dà diritto a un soggiorno in Italia, ma mi rendo conto che la possibilità di sfuggire a un controllo rigido e l'arbitrarietà delle interpretazioni delle stessa normativa consentano questo comportamento.
Lo stesso dicasi per la famigerata marca sul passaporto: fai uno scalo in area schengen e usa la carta d'identità. Finchè non trasgredisci questa "regola", sei a posto.
Bene, allora siamo in due a non capire. Il servizio di Strriscia non affronta questo aspetto che invece a mio modo di vedere è il più importante perchè se c'è un'illegalità è sicuramente a monte. La vendita "fai da te" è possibile grazie all'importazione di merce che non dovrebbe essere importata.peterthegreat ha scritto:Tornando ai nostri eroi del Dnepr, ripeto loro hanno i permessi per il trasporto pacchi e le persone non per la vendita di prodotti freschi che non sono riuscito a capire durante i miei viaggi dove li nascondono e come fanno a farli passare.
E lo stesso riguarda i pacchi. Dici che c'è un permesso per il trasporto di pacchi... ma sono curioso, perdonami, il permesso riguarda il pacco o il contenuto del pacco? Perchè se basta che siano pacchi, magari soggetti a controli a campione, allora basta impacchettare tutto e siamo a posto.
La cosa che mi meravigliava, all'inzio della mia esperienza di invio e ricezione coi pullmini, era proprio questo: veniva dichiarato ciò che si spediva solo nel caso in cui si temesse che il regalino di turno facesse gola all'autista o al doganiere... pagavi qualcosina in più ed eri sicuro che sarebbe arrivato. Lo stesso dicasi per l'invio di denaro...
ma se c'è un limite allìimportazione o esportazione ad esempio di liquori, come può un pullmino portarne più del consentito, senza magari nemmeno saperlo?
E il "permesso" chi lo rilascia? L'Italia? l'Ucraina?
Sono tutti misteri... poi è logico che una volta in Italia si possa fare di tutto e di più.
Ripeto non sto facendo una considerazione sull'utilità di questi pullmini, ma sono semplicemente stupito del fatto che Striscia si sia occupata delle modalità di vendita e non dell'ufficialità del mercato.