Vita da pensionati in Ucraina
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Re: Vita da pensionati in Ucraina
A mio parere le considerazioni di Forrest Gump sono condivisibili anche nelle virgole, in particolare quando scrive che "non c'è un abito che va bene per tutti". Quest'ultimo concetto viene spesso in mente anche a me quando leggo alcuni post relativi alla vita da pensionati in Ucraina: ritengo - naturalmente è solo la mia modesta opinione - che nel dare un consiglio, un suggerimento, si dovrebbe sempre tener conto delle diverse situazioni personali.
Io, ad esempio, non ho la minima intenzione di tornare in Italia: nei prossimi due anni dovrò farlo per incombenze burocratiche (le pratiche per la pensione, soprattutto), ma già so che farò delle vere e proprie "toccate e fuga", nel senso che resterò a Roma per due o tre giorni al massimo. Secondo: non ho mai avuto case di proprietà in Italia quindi, anche volendo (ma non ne ho alcuna intenzione: in Ucraina vivo bene), non potrei soggiornarvi per mesi. Terzo: per chi decide di vivere definitivamente all'estero l'iscrizione all'AIRE è fondamentale, oltre che obbligatoria, perché non tutti gli emigrati, soprattutto se pensionati, hanno soldi da spendere in viaggi aerei per rinnovare un documento, cosa che invece gli iscritti all'AIRE possono fare al consolato italiano; consideriamo poi che più si va avanti con l'età e meno si ha voglia di viaggiare, per ovvi motivi.
Scusatemi se mi sono dilungato sulla mia situazione personale, ma penso che forse un po' tutti dovremmo farlo per consentire agli altri utenti del Forum di offrire consigli "personalizzati" caso per caso anziché esporre concetti generali che, proprio in quanto tali, non possono valere indistintamente per tutti.
Come sempre, grazie a tutti per le risposte!
Io, ad esempio, non ho la minima intenzione di tornare in Italia: nei prossimi due anni dovrò farlo per incombenze burocratiche (le pratiche per la pensione, soprattutto), ma già so che farò delle vere e proprie "toccate e fuga", nel senso che resterò a Roma per due o tre giorni al massimo. Secondo: non ho mai avuto case di proprietà in Italia quindi, anche volendo (ma non ne ho alcuna intenzione: in Ucraina vivo bene), non potrei soggiornarvi per mesi. Terzo: per chi decide di vivere definitivamente all'estero l'iscrizione all'AIRE è fondamentale, oltre che obbligatoria, perché non tutti gli emigrati, soprattutto se pensionati, hanno soldi da spendere in viaggi aerei per rinnovare un documento, cosa che invece gli iscritti all'AIRE possono fare al consolato italiano; consideriamo poi che più si va avanti con l'età e meno si ha voglia di viaggiare, per ovvi motivi.
Scusatemi se mi sono dilungato sulla mia situazione personale, ma penso che forse un po' tutti dovremmo farlo per consentire agli altri utenti del Forum di offrire consigli "personalizzati" caso per caso anziché esporre concetti generali che, proprio in quanto tali, non possono valere indistintamente per tutti.
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Re: Vita da pensionati in Ucraina
Scusa Forrest, ma anche se scatta l'accertamento fiscale, dov'è il problema? Se non hai nulla da nascondere...
O forse ti riferivi alla segnalazione per l'antiriciclaggio che viene fatta se superi i 5000 euro di prelievo giornalieri?
Io ho il conto corrente in Banca d'Italia e non ho avuto nessuna nuova notizia al riguardo.
O forse ti riferivi alla segnalazione per l'antiriciclaggio che viene fatta se superi i 5000 euro di prelievo giornalieri?
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Ciao a tutti, io me ne vado. Buona fortuna. Slava Ucraina!
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Re: Vita da pensionati in Ucraina
Gli accertamenti sono accertamenti e credo che, anche se non si ha nulla da nascondere, alla fine sono sempre ....altri viaggi , altre scocciature, altri soldi per i commercialisti.
Considera anche, dato non indifferente, che per la normativa fiscale italiana (caso più unico che raro al mondo), esiste l'inversione dell'onere della prova.
Mi spiego meglio: se uccidi un uomo, quindi parliamo di penale, deve essere l'accusa a provare che tu sia il colpevole, altrimenti sei assolto. In ambito fiscale, è esattamente il contrario, devi essere tu a provare la tua innocenza, nel dubbio sei colpevole e paghi.
Per quanto riguarda le nuove norme sui prelievi bancari, ne hanno parlato con ampi servizi tutti i giornali e tg nazionali (basta andare sul sito web dei vari tg della Rai o Mediaset o su google inserire "nuovi limiti prelievo 2017").
Ti posto comunque il primo link che ho trovato (non l'ho letto tutto ):
-http://www.guidafisco.it/prelievi-conto ... zioni-1742
togliere il trattino iniziale e copiare il link
Considera anche, dato non indifferente, che per la normativa fiscale italiana (caso più unico che raro al mondo), esiste l'inversione dell'onere della prova.
Mi spiego meglio: se uccidi un uomo, quindi parliamo di penale, deve essere l'accusa a provare che tu sia il colpevole, altrimenti sei assolto. In ambito fiscale, è esattamente il contrario, devi essere tu a provare la tua innocenza, nel dubbio sei colpevole e paghi.
Per quanto riguarda le nuove norme sui prelievi bancari, ne hanno parlato con ampi servizi tutti i giornali e tg nazionali (basta andare sul sito web dei vari tg della Rai o Mediaset o su google inserire "nuovi limiti prelievo 2017").
Ti posto comunque il primo link che ho trovato (non l'ho letto tutto ):
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Re: Vita da pensionati in Ucraina
Non ho parlato di non iscriversi all' Aire in Spagna e in Portogallo, ho parlato di non iscriversi qui.
Posso capire iscriversi all' Aire in Germania dove ci sono 400 mila italiani ed il sistema funziona meglio che in Italia, ma qui ci sono si e no 500 residenti in un paese dove tutti vivono borderline, la mia opinione e' che meno si e' esposti meglio e'.
In Italia ci saranno almeno un miliardi di movimenti bancari al giorno, l'agenzia delle entrare controlla un pensionato che preleva 10mila € in un colpo solo?
Se i soldi hanno un sicura provenienza non ci sono problemi.
Per quanto riguarda i documenti la carta d'identità ed i passaporto durano 10 anni non e' che ogni giorno sei in ufficio a fare i documenti.
27000 grivne al mese non bastano per vivere bene?
Posso capire iscriversi all' Aire in Germania dove ci sono 400 mila italiani ed il sistema funziona meglio che in Italia, ma qui ci sono si e no 500 residenti in un paese dove tutti vivono borderline, la mia opinione e' che meno si e' esposti meglio e'.
In Italia ci saranno almeno un miliardi di movimenti bancari al giorno, l'agenzia delle entrare controlla un pensionato che preleva 10mila € in un colpo solo?
Se i soldi hanno un sicura provenienza non ci sono problemi.
Per quanto riguarda i documenti la carta d'identità ed i passaporto durano 10 anni non e' che ogni giorno sei in ufficio a fare i documenti.
27000 grivne al mese non bastano per vivere bene?
Dove son gli impiccatori degli Eroi che non scordiamo?
Dove son gli infoibatori della nostra gente sola?
Ruggirà per noi il leone, di là raglio di somaro.
Eia, carne del Quarnaro! Eja Eja Alalà
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Re: Vita da pensionati in Ucraina
A me pare che ormai in Italia i cittadini possano dividersi in due categorie: quelli indagati e quelli no. Ormai i PM aprono fascicoli di indagine per le cose più disparate che gli vengono a tiro, con il pretesto della obbligatorietà dell'azione penale. Perché ho fatto questa considerazione?
L'iscrizione all'AIRE per i cittadini Italiani che vivono stabilmente all'estero non è un adempimento facoltativo, bensì obbligatorio, tanto è vero che se un residente estero richiede un servizio all'Ambasciata o al Consolato, l'iscrizione all'AIRE viene fatta d'ufficio. Se non si adempie a questo obbligo di legge cosa succede?
Nulla fino a che non si pretende un diritto o una prestazione alla quale non si ha più diritto, quale le cure mediche non urgenti, da Pronto Soccorso, e nel limite temporale di 90 giorni all'anno: ma usufruire di tali prestazioni solo perché non si è iscritti all'AIRE, pur risedendo all'estero, integra i reati penali di falsa attestazione e truffa ai danni dello Stato.
In Italia tutto tende a passare sotto silenzio, fino a quando un tizio una mattina si alza e dice: andiamo a verificare se fra coloro che hanno usufruito di alcuni servizi o prestazioni ci sono cittadini che risiedono stabilmente (più di 180 giorni annui) all'estero. E poi sono grossi problemi.
Ognuno faccia la propria scelta , ma sappi a quali rischi va incontro. Io mi sono iscritto prontamente all'AIRE, anche per un motivo personale. Durante la mia vita lavorativa in Italia ho dovuto, ob torto collo, elevare tantissimi verbali di contravvenzione edilizie, le quali costituiscono anche reato penale.
Poiché in Italia la Giustizia va molto a rilento, succede che anche adesso che non lavoro più mi avrebbero convocato in udienza penale ogni qual volta che si teneva un dibattimento inerente episodi in cui ero parte attiva, quale verbalizzante e che tu non lavori più a questi non interessa nulla. La convocazione è personale ed in caso di assenza non giustificata scatta una multa più l'accompagnamento coatto da parte dei Carabinieri.
Il fatto che io sia ufficialmente residente in Ucraina non mi pone al riparo da eventuali convocazioni, ma mi da il diritto di avere pagato dallo Stato il viaggio di andata e ritorno, nonché il soggiorno in Italia. Trattandosi di udienze in materia di violazioni edilizie e non di criminalità organizzata, il buon senso, di cui il Magistrati non difettano, li induce a soprassedere per non aggravare lo Stato di spese notevoli.
Ed infatti in un anno e mezzo circa, non ho ricevuto alcuna convocazione in udienza. Ma ripeto, è un obbligo l'iscrizione all'AIRE, per coloro che vivono all'estero per più di 180 giorni all'anno.
L'iscrizione all'AIRE per i cittadini Italiani che vivono stabilmente all'estero non è un adempimento facoltativo, bensì obbligatorio, tanto è vero che se un residente estero richiede un servizio all'Ambasciata o al Consolato, l'iscrizione all'AIRE viene fatta d'ufficio. Se non si adempie a questo obbligo di legge cosa succede?
Nulla fino a che non si pretende un diritto o una prestazione alla quale non si ha più diritto, quale le cure mediche non urgenti, da Pronto Soccorso, e nel limite temporale di 90 giorni all'anno: ma usufruire di tali prestazioni solo perché non si è iscritti all'AIRE, pur risedendo all'estero, integra i reati penali di falsa attestazione e truffa ai danni dello Stato.
In Italia tutto tende a passare sotto silenzio, fino a quando un tizio una mattina si alza e dice: andiamo a verificare se fra coloro che hanno usufruito di alcuni servizi o prestazioni ci sono cittadini che risiedono stabilmente (più di 180 giorni annui) all'estero. E poi sono grossi problemi.
Ognuno faccia la propria scelta , ma sappi a quali rischi va incontro. Io mi sono iscritto prontamente all'AIRE, anche per un motivo personale. Durante la mia vita lavorativa in Italia ho dovuto, ob torto collo, elevare tantissimi verbali di contravvenzione edilizie, le quali costituiscono anche reato penale.
Poiché in Italia la Giustizia va molto a rilento, succede che anche adesso che non lavoro più mi avrebbero convocato in udienza penale ogni qual volta che si teneva un dibattimento inerente episodi in cui ero parte attiva, quale verbalizzante e che tu non lavori più a questi non interessa nulla. La convocazione è personale ed in caso di assenza non giustificata scatta una multa più l'accompagnamento coatto da parte dei Carabinieri.
Il fatto che io sia ufficialmente residente in Ucraina non mi pone al riparo da eventuali convocazioni, ma mi da il diritto di avere pagato dallo Stato il viaggio di andata e ritorno, nonché il soggiorno in Italia. Trattandosi di udienze in materia di violazioni edilizie e non di criminalità organizzata, il buon senso, di cui il Magistrati non difettano, li induce a soprassedere per non aggravare lo Stato di spese notevoli.
Ed infatti in un anno e mezzo circa, non ho ricevuto alcuna convocazione in udienza. Ma ripeto, è un obbligo l'iscrizione all'AIRE, per coloro che vivono all'estero per più di 180 giorni all'anno.
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Re: Vita da pensionati in Ucraina
I 180 giorni mi sembra che debbano essere consecutivi, senza interruzione.
Ciao a tutti, io me ne vado. Buona fortuna. Slava Ucraina!
- peterthegreat
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Re: Vita da pensionati in Ucraina
Il periodo deve essere superiore all' anno come recita il ministero degli esteri:
Devono iscriversi all’A.I.R.E.:
i cittadini che trasferiscono la propria residenza all’estero per periodi superiori a 12 mesi;
quelli che già vi risiedono, sia perché nati all’estero che per successivo acquisto della cittadinanza italiana a qualsiasi titolo.
Lo stato ha problemi più grossi che cercare i non residenti all' estero, magari in Ucraina.
La Sanita' e' un diritto non vedo perché' debba essere negato.
Devono iscriversi all’A.I.R.E.:
i cittadini che trasferiscono la propria residenza all’estero per periodi superiori a 12 mesi;
quelli che già vi risiedono, sia perché nati all’estero che per successivo acquisto della cittadinanza italiana a qualsiasi titolo.
Lo stato ha problemi più grossi che cercare i non residenti all' estero, magari in Ucraina.
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- jcaloe
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Re: Vita da pensionati in Ucraina
Peterthegreat ha scritto:
Pertanto chi si trasferisce in via definitiva all'estero è tenuto a tale adempimento entro novanta giorni dal trasferimento. Poi se molti non lo fanno nessuno andrà ad iniziare una caccia alle streghe fino a quando non decidono di serrare i ranghi.
La sanità è un diritto, ma l'accesso a a tale diritto viene regolamentato dalla legge, la quale, come dicevano gli antichi Romani, "dura lex, sed lex". Il problema è che molti in Italia pensano che l'applicazione delle leggi sia un fatto di convenienza e pure facoltativa.
Io, quando ho lasciato il Canada, ho perso il diritto alla Sanità, che lì è gratis a prescindere dal reddito, e se decido di fare un viaggio in Canada, pur essendo cittadino canadese, mi conviene fare una assicurazione sanitaria, perchè non ho neanche la possibilità di accedere gratuitamente alle strutture sanitarie di prima emergenza, al contrario di chi è residente, pur non essendo cittadino.
Se poi decidessi di tornare a vivere, per esempio a Toronto, mia città di origine, dovrei comunque coprirmi con assicurazione privata i primi sei mesi di residenza, non coperti da quella pubblica.
In Italia la legislazione è più favorevole, ma negare la sanità gratuita, a parte le eccezioni di urgenza, a chi non è più residente non vuol dire, a mio parere, negare il diritto alla sanità
Ma il seguito della norma recita: <<L’iscrizione all’A.I.R.E. è effettuata a seguito di dichiarazione resa dall’interessato all’Ufficio consolare competente per territorio entro 90 giorni dal trasferimento della residenza e comporta la contestuale cancellazione dall’Anagrafe della Popolazione Residente (A.P.R.) del Comune di provenienza.>>Il periodo deve essere superiore all' anno come recita il ministero degli esteri:
Devono iscriversi all’A.I.R.E.:
i cittadini che trasferiscono la propria residenza all’estero per periodi superiori a 12 mesi;
quelli che già vi risiedono, sia perché nati all’estero che per successivo acquisto della cittadinanza italiana a qualsiasi titolo.
Pertanto chi si trasferisce in via definitiva all'estero è tenuto a tale adempimento entro novanta giorni dal trasferimento. Poi se molti non lo fanno nessuno andrà ad iniziare una caccia alle streghe fino a quando non decidono di serrare i ranghi.
La sanità è un diritto, ma l'accesso a a tale diritto viene regolamentato dalla legge, la quale, come dicevano gli antichi Romani, "dura lex, sed lex". Il problema è che molti in Italia pensano che l'applicazione delle leggi sia un fatto di convenienza e pure facoltativa.
Io, quando ho lasciato il Canada, ho perso il diritto alla Sanità, che lì è gratis a prescindere dal reddito, e se decido di fare un viaggio in Canada, pur essendo cittadino canadese, mi conviene fare una assicurazione sanitaria, perchè non ho neanche la possibilità di accedere gratuitamente alle strutture sanitarie di prima emergenza, al contrario di chi è residente, pur non essendo cittadino.
Se poi decidessi di tornare a vivere, per esempio a Toronto, mia città di origine, dovrei comunque coprirmi con assicurazione privata i primi sei mesi di residenza, non coperti da quella pubblica.
In Italia la legislazione è più favorevole, ma negare la sanità gratuita, a parte le eccezioni di urgenza, a chi non è più residente non vuol dire, a mio parere, negare il diritto alla sanità
- markus
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Re: Vita da pensionati in Ucraina
Io, ad un certo punto della mia vita, ho preso una decisione. Ho preso la residenza in Moldavia e non ho alcuna residenza da altre parti. Motivo principale il fatto che la mia compagna è moldava ed abbiamo due figlie.jcaloe ha scritto:L'iscrizione all'AIRE per i cittadini Italiani che vivono stabilmente all'estero non è un adempimento facoltativo, bensì obbligatorio, tanto è vero che se un residente estero richiede un servizio all'Ambasciata o al Consolato, l'iscrizione all'AIRE viene fatta d'ufficio. Se non si adempie a questo obbligo di legge cosa succede?
Nulla fino a che non si pretende un diritto o una prestazione alla quale non si ha più diritto, quale le cure mediche non urgenti, da Pronto Soccorso, e nel limite temporale di 90 giorni all'anno: ma usufruire di tali prestazioni solo perché non si è iscritti all'AIRE, pur risedendo all'estero, integra i reati penali di falsa attestazione e truffa ai danni dello Stato.
In Italia tutto tende a passare sotto silenzio, fino a quando un tizio una mattina si alza e dice: andiamo a verificare se fra coloro che hanno usufruito di alcuni servizi o prestazioni ci sono cittadini che risiedono stabilmente (più di 180 giorni annui) all'estero. E poi sono grossi problemi.
Ognuno faccia la propria scelta , ma sappi a quali rischi va incontro.
Mi sono iscritto quale residente all'estero. Non ho rotture di scatole, non sò più cosa significa un 740, non sò più cosa significa ricevere una fattura. Và detto che anche in Moldavia arrivano le fatture ma siccome qui in Moldavia tutto è intestato alla mia compagna, le fatture le riceve lei
Non sono un pensionato, se del caso se ne parlerà frà una decina d'anni, vedrò.
Su un punto che hai menzionato personalmente non transigo. Se una persona decide di andare a vivere all'estero e di conseguenza non ha più diritto a prestazioni sociali da parte dello Stato di appartenenza questi sono affari suoi e non dello Stato.
Concordo assolutamente con quanto hai scritto "ognuno faccia la propria scelta ma sappia a quale rischi và incontro".
- peterthegreat
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Re: Vita da pensionati in Ucraina
La maggior parte dei pensionati che si trasferiscono in Ucraina (da quello che ho potuto constatare) non si trasferiscono a titolo definitivo, passano un po' di mesi mesi qui e un po' in Italia.
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Re: Vita da pensionati in Ucraina
Infatti, coloro che decidono di godersi la pensione fuori dall'Italia, vanno in posti migliori tipo Spagna, Portogallo, Bulgaria ecc. dove questo tipo di emigrazione è già consolidata e istituzionalizzata ad hoc.
Noi che ce la "godiamo" in Ucraina, lo facciamo prevalentemente perché li abbiamo degli affetti parentali o degli interessi venutisi a creare dopo che abbiamo scelto di vivere con una donna ucraina.
In conseguenza di ciò ecco che ci si ritrova a passare dei lunghi periodi dell'anno in Ucraina, che tra l'altro sono anche economicamente convenienti, senza tagliare i legami con l'Italia che fa sempre comodo (anche perché ci pago le tasse), quindi un po' qua e un po' la in assoluta libertà.
Noi che ce la "godiamo" in Ucraina, lo facciamo prevalentemente perché li abbiamo degli affetti parentali o degli interessi venutisi a creare dopo che abbiamo scelto di vivere con una donna ucraina.
In conseguenza di ciò ecco che ci si ritrova a passare dei lunghi periodi dell'anno in Ucraina, che tra l'altro sono anche economicamente convenienti, senza tagliare i legami con l'Italia che fa sempre comodo (anche perché ci pago le tasse), quindi un po' qua e un po' la in assoluta libertà.
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Re: Vita da pensionati in Ucraina
Se non hai un affetto, magari una casa di proprietà non ha nessun senso prendere e partire dall'Italia ed andare in ucraina.
Lo sappiamo tutti
Stiamo parlando di un paese instabile.
La legge è fai da te....
Il cambio una mattina è 1 a 10 il giorno dopo a 30....
La sanità, se paghi tutto ok....non svenire e fatti portare dove capita..azzi tuoi..
Le connessioni sono impossibili impiegavo meno tempo ad andare a Miami.. Odessa per me è distante come Singapore.quindi non posso neanche dire vado ad odessa perché è vicina casa..
Potremmo continuare fino a domani
Parlando del clima o delle incompatibilità di carattere con i locali ecc
Poi a me piace (2 settimane l'anno)
Lo sappiamo tutti
Stiamo parlando di un paese instabile.
La legge è fai da te....
Il cambio una mattina è 1 a 10 il giorno dopo a 30....
La sanità, se paghi tutto ok....non svenire e fatti portare dove capita..azzi tuoi..
Le connessioni sono impossibili impiegavo meno tempo ad andare a Miami.. Odessa per me è distante come Singapore.quindi non posso neanche dire vado ad odessa perché è vicina casa..
Potremmo continuare fino a domani
Parlando del clima o delle incompatibilità di carattere con i locali ecc
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Soltanto gli stupidi non sbagliano mai.....
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- markus
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Re: Vita da pensionati in Ucraina
Per curiosità ho fatto un po' di ricerche e sono arrivato alla seguente conclusione (però non sono un esperto di diritto privato internazionale).Gianmarco58 ha scritto:In conseguenza di ciò ecco che ci si ritrova a passare dei lunghi periodi dell'anno in Ucraina, che tra l'altro sono anche economicamente convenienti, senza tagliare i legami con l'Italia che fa sempre comodo (anche perché ci pago le tasse), quindi un po' qua e un po' la in assoluta libertà.
Non ho trovato disposizioni riguardanti un periodo temporale minimo per essere considerati residenti in Italia.
Ho trovato una disposizione riguardante la residenza fiscale in Italia. Ossia uno degli elementi per venir considerati residenti fiscali in Italia è di soggiornarvi per almeno 183 giorni all'anno (184 giorni negli anni bisestili). Qui però si tratta di contrastare persone che hanno residenze di comodo per motivi fiscali all'estero poi risiedono e lavorano in Italia.
Preso da esteri.it. Devono iscriversi all’A.I.R.E.:
i cittadini che trasferiscono la propria residenza all’estero per periodi superiori a 12 mesi;
quelli che già vi risiedono, sia perché nati all’estero che per successivo acquisto della cittadinanza italiana a qualsiasi titolo.
Non devono iscriversi all’A.I.R.E.:
le persone che si recano all’estero per un periodo di tempo inferiore ad un anno;
Nel tuo caso, hai scritto che risiedi circa 6 mesi all'anno in Italia e 6 mesi in Ucraina, direi che non hai trasferito la tua residenza all'estero per un periodo superiore a 12 mesi. Poi il fatto che paghi le tasse in Italia significa che fiscalmente sei residente in Italia quindi fai fronte ai tuoi "doveri" ed hai diritto ai servizi dello Stato.
Nel mio caso, risiedo in Moldavia almeno 10 mesi all'anno da più di 5 anni, vi ho famiglia che risiede in Moldavia, direi che è ovvio che ho trasferito la residenza in Moldavia quindi l'iscrizione è dovuta ed anche cosigliata. Questo permette non solo a me, ma anche alle mie 2 figlie, di disporre dei servizi consolari che non comprendono solo il rilascio del passaporto. Per la questione sanità ho fatto una polizza assicurativa privata oltre ad avere quella statale moldava (obbligatoria, costa poco ma serve anche a poco).
- peterthegreat
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Re: Vita da pensionati in Ucraina
Infatti le 7 righe scritte da Gian Marco riassumo al meglio le 18 pagine scritte fino a qui.
Dove son gli impiccatori degli Eroi che non scordiamo?
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Re: Vita da pensionati in Ucraina
Salve a tutti. Per tornare a tematiche più "tecniche", vorrei chiedere a chi ne sa più di me una cosa sulla scelta fra il regime fiscale italiano e quello ucraino, visto che come tutti sappiamo tra le due nazioni c’è un preciso accordo in merito per evitare doppie imposizioni.
In particolare, vorrei conoscere la procedura precisa per aderire a uno dei due regimi fiscali anziché all’altro. Mi spiego meglio: se io decidessi di scegliere quello italiano (al quale peraltro faccio attualmente riferimento, visto che fino al 2015 ho pagato le tasse in Italia e che ora non le pago semplicemente perché non lavoro più e non sono ancora in pensione) dovrei comunicarlo a qualche autorità, sia italiana che ucraina? E in che modo? Oppure esiste un meccanismo di “silenzio-assenso” e quindi dovrei limitarmi a continuare a pagare le tasse in Italia (nel mio caso, come pensionato quando sarà il momento) senza comunicare nulla a nessuno? Se invece volessi optare per il regime fiscale ucraino, a chi dovrei comunicarlo (e come) sia in Italia che in Ucraina?
Mi rendo conto che certe domande possono apparire scontate a chi ha già risolto il problema, ma con la burocrazia non si sa mai, meglio non ridursi all’ultimo istante. Grazie sin da ora a chi vorrà rispondere alle mie domande.
In particolare, vorrei conoscere la procedura precisa per aderire a uno dei due regimi fiscali anziché all’altro. Mi spiego meglio: se io decidessi di scegliere quello italiano (al quale peraltro faccio attualmente riferimento, visto che fino al 2015 ho pagato le tasse in Italia e che ora non le pago semplicemente perché non lavoro più e non sono ancora in pensione) dovrei comunicarlo a qualche autorità, sia italiana che ucraina? E in che modo? Oppure esiste un meccanismo di “silenzio-assenso” e quindi dovrei limitarmi a continuare a pagare le tasse in Italia (nel mio caso, come pensionato quando sarà il momento) senza comunicare nulla a nessuno? Se invece volessi optare per il regime fiscale ucraino, a chi dovrei comunicarlo (e come) sia in Italia che in Ucraina?
Mi rendo conto che certe domande possono apparire scontate a chi ha già risolto il problema, ma con la burocrazia non si sa mai, meglio non ridursi all’ultimo istante. Grazie sin da ora a chi vorrà rispondere alle mie domande.