Quale sarà il futuro prossimo venturo dell’Ucraina? Si ipotizzano differenti scenari, per i quali la probabilità che possano verificarsi dipende da molteplici fattori, la maggior parte dei quali, a mio parere, sono indipendenti, purtroppo, non solo dalle scelte dei Governati attuali dell’Ucraina, ma, oserei dire, anche dalla volontà del popolo ucraino.
Pietra miliare della situazione appaiono decisamente le prossime elezioni presidenziali del 25 Maggio. Il primo interrogativo che si pone a riguardo è: verranno tenute queste elezioni o ci saranno azioni esterne, imputabili principalmente alla Russia, che ne impediranno lo svolgimento? A tal riguardo riporto il titolo di un post pubblicato dalla Agenzia Glavred:
Secondo tale esperto Putin punta a trasformare l’Ucraina in un Governatorato Russo, definito “Piccola Russia”, con a capo il deposto Yanukovich. Questo giustificherebbe sia il fatto che se lo tenga ben stretto ed al sicuro in Russia, sia il massiccio dispiegamento di truppe al confine con l’Ucraina.Эксперт о будущем Януковича: Путин хочет привезти его в Киев и сделать "губернатором Малороссии"
Del resto non ha preteso il voto della Duma circa l’utilizzo della forza in Ucraina giusto per una scampagnata. Ma questo costerebbe una vera guerra e atal punto non è chiaro, almeno a me, quale sarà il comportamento dell’Occidente al di là dei roboanti proclami.
Resta questo comunque lo scenario estremo, quello che farebbe ripiombare il mondo indietro ad almeno sessanta anni fa, e mi riferisco all’invasione della Cecoslovacchia.
Altro passo fondamentale in direzione di una più marcata occidentalizzazione dell’Ucraina l’imminente uscita dal CIS, la Comunità di Stati Indipendenti, istituita nel 1991, e mai veramente decollata, dal momento che tutti i paesi aderenti hanno stabilito reciproci accordi, più su ambito bilaterale, che nel quadro di appartenenza a tale organismo.
Intitola l’edizione odierna della agenzia di stampa ucraina Unian:
La CIS è stato visto da molti, da un lato come un fantasma del passato sovietico, dall’altro come un primo tentativo della Russia di tenere gli altri paesi ex sovietici nella propria sfera di influenza. D’altra parte la scarsa efficacia del CIS è confermata dalla iniziativa della Russia di Putin di creare l’Unione Doganale, di ben altro spessore, sia dal punto di vista politico che economico.Ukraine - CIS: Time to Say Goodbye
Comunque, come era già avvenuto per la Georgia nel 2008, l’uscita dell’Ucraina, seppur di modesto impatto economico, rappresenta un segnale forte di volontà di affrancamento dalla Russia.
Altro scenario possibile: la federalizzazione dell’Ucraina, soluzione tanto cara a Mosca, ma che potrebbe essere l’anticamera della secessione delle regioni del Sud-Est, dietro la pressione ed il lavoro sotterraneo della Russia. Questa soluzione viene fortemente osteggiata dal Governo Ucraino, ma comunque lo stesso Yatsenyuk ha manifestato aperture verso un processo di maggiore autonomia e decentramento.
Comunque, a mio parere, la non sincerità della Russia in tale contesto, è dimostrata dal fatto che vuole applicare all’Ucraina un modello istituzionale che ha fortemente contrastato al suo interno e si che per la Russia, data la sua immensità geografica e le diversità che esprime, il modello federale sarebbe quello migliore.
Altra soluzione, ma che non vorrei prendere neanche in considerazione, perché evocherebbe scenari nazi-fascisti, la spartizione dell’Ucraina fra Polonia, Ungheria, Romania e Russia. Non è semplicemente fantapolitica, dal momento che viene dal Vice Presidente della Duma, Zirinoski.
A dimostrazione che il piano di Putin viene da lontano e vorrebbe andare ancora più lontano vi è da evidenziare che in questi giorni alcuni deputati della Duma, e non semplici cittadini russi, hanno invocato una azione analoga a quella attuata in Crimea, anche per il Kazakhstan, dove vive una rilevante minoranza russa. Duro è stato il commento del Ministero degli Esteri kazako, che ha anche ricordato alla Russia il rispetto degli accordi fra i due paesi, nonché che la componente russa è fortemente integrata nel paese.
E si che il Kazakhstan di Nazarbaev è uno degli alleati più stetti di Putin ed uno dei pochi che ha riconosciuto legittima l’operazione Crimea. Come dire nessuno è al sicuro dagli appetiti di mamma orsa, nemmeno chi si considera fratello o sorella.
Con queste prospettive la situazione ucraina, anche dopo le eventuali elezioni rimane fluida ed instabile e nessuno, credo, riuscirà a breve a definire il tracciato futuro del paese.
Ed in tale contesto, nonostante ci siano le condizioni, fuori Yanukovich, per fare riforme e far ripartire l’economia del paese, la grivna affonda ogni giorno di più, a testimoniare che l’instabilità politica vale , in economia, più delle potenziali prospettive di crescita.