Un po' perchè le esperienze lavorative, soprattutto della mia bella, ci hanno insegnato che è rarissimo che l'interruzione di un rapporto di lavoro sia giustificata in maniera per lo meno comprensibile, sia perchè le volte che non è stata chiesta una giustificazione tutto è filato via senza alcun imbarazzo da parte del datore di lavoro.
In altre parole, la sostanza non cambia.
ma a parte questa considerazione che deriva solo da esperienza personale, il dubbio mi viene ogni volta che rileggo quelle 'motivazioni' che hai riportato.
Questo, ad esempio, non è assolutamente vero.Maxmarcomundi ha scritto: in ITALIA chi lavora con l' estero, non lo puo' fare in maniera continuativa alla stregua di un rapporto di lavoro Datore - Dipendente. Lo puo' fare SOLO ed esclusivamente con un rapporto OCCASIONALE.
In questo non vedo nulla di strano, mi riferisco al trasferirsi lì. Credo sia lecito, per il datore di lavoro, chiedere al dipendente (o al candidato dipendente), di trasferirsi vicino alla sede lavorativa. A volte la richiesta viene fatta anche a tutti i dipendenti quando viene trasferita la sede.. poi chi non accetta resta a casa e riceve, molto probabilmente, un indennizzo.Maxmarcomundi ha scritto:Bene, in conseguenza di questo viene chiesto a mia moglie la possibilita' di trasferirsi in Olanda dove il suo rapporto di lavoro verrebbe consolidato e quindi trasformato.
Considerazione personale: ipotizzare un trasferimento in Olanda probabilmente è un modo per scoraggiarla. Un po' come hanno detto alla mia bella: la ditta dove lavori ora ha una sede anche a Rimini, se vuoi ti trasferisco lì. Una persona senza famiglia, senza legami particolari, forse non ci pensa due volte (se il lavoro e lo stipoendio sono buoni), ma se ha famiglia e legami difficilmente accetta.
A parte al competenza che può avere l'amministrazione della società (esperienza personale: più di una volta ho dovuto portare la legge stampata e farla leggere al tuttologo di turno), questo non è affatto vero.Maxmarcomundi ha scritto:Dopo aver colloquiato con l' amministrazione della Societa' ci viene detto che COMUNQUE nel caso in cui lei si trasferisca e disponga di una CARTA DI SOGGIORNO non avrebbe gli stessi requisiti forniti da un PERMESSO DI SOGGIORNO ILLIMITATO.
Questo è incomprensibile. Una volta che si trasferisce in Olanda, spetta all'olanda darle un permesso di soggiorno. E lo deve fare in base al permesso che le ha rilasciato l'italia e che di fatto la autorizza a lavorare ovunque in schengen.Maxmarcomundi ha scritto:Perche' la carta di soggiorno ha una validita' di 5 anni (si intende che al termine viene trasformata automaticamente, ma che volete che vi dica...) mentre il PERMESSO DI SOGGIORNO ILLIMITATO fornirebbe alla Societa' la giusta tranquillita' nell' assumerla.
Non ho trovato nulla su internet che dica il contrario di quanto ho scritto.
Tua moglie, finchè non sarà cittadina italiana, dovrà sempre e comunque avere un titolo di soggiorno.
Ma scusa, supponi che non eravate sposati: cosa faceva tua moglie? Andava in Oldanda e chiedeva un PDS lì, dove risiede e lavora.
Non mi riferisco a un'immigrata dall'Ucraina, per la quale non varrà la bossi-fini ma l'analoga legge olandese, ma per un cittadino extra-ue in possesso di titolo di soggiorno riconosciuto da tutti i Paesi firmatari.
Poi vorrei anche capire: una persona per avere un PDS ha bisogno di un lavoro... e la tranquillità deve darla il lavoratore all'azienda? Semmai è il contrario: dammi un contratto indeterminato, così chiedo un pds indeterminato!
Boh... poi tutto è possibile.... però non mi sembrano motivazioni valide.
E , come scritto sopra: fin'ora come hanno fatto? Dal 2016 se ne sono accorti oggi?