Crimea: Diario di un viaggiatore.

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Pasha67
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Re: Crimea: Diario di un viaggiatore.

Messaggio da Pasha67 »

kontecagliostro ha scritto:Certo che ho fatto tante foto, aspetto di scoprire come si inseriscono per condividerle con voi... BUOOOOOONO il shashlik!!!!!!
Ri-ciao!!
Potresti caricare le foto ( soprattutto se tante! ) in una gallery esterna tipo picasa o flikr, panoramio ecc..
Poi inserire il link delle immagini totali, oppure farle visualizzare ( con la funzione copia url immagine ) alternandole al testo qui sul forum usando i bottoni in alto:
Esempio:

in mezzo inserisci url della tua foto ( non troppo grandi mi raccomand,o 700x500 pixel dovrebbe essere ok ) e il gioco è fatto!
PS
oggi mentre scrivevo, è arrivata mia moglie su skype e mi ha mostrato i suoi acquisti di oggi che porterà con se in Italia:
4 ciotoline per il chay, 4 ciotoline tartare più grandi per mantì o altro, e un grande vassoio degno di Gengis-Khan per il plov, tutte di artigianato tartaro :lol:


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peterthegreat
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Re: Crimea: Diario di un viaggiatore.

Messaggio da peterthegreat »

Pasha67 ha scritto: La zona sud è la più blasonata, ma frastagliata e più simile alla liguria, le spiagge più belle a mio avviso sono sulla costa ovest, di sabbia chiara, molto ampie e simili a quelle delle Toscana.
Sara' anche piu' blasonata, ma paesaggisticamente e' stupenda, la costa ovest e' di un piattume sconcertante.
Vuoi paragonarmi paesaggisticamente insignificanti come la versilia o rosignano con quelle della Liguria?
Dove son gli impiccatori degli Eroi che non scordiamo?
Dove son gli infoibatori della nostra gente sola?
Ruggirà per noi il leone, di là raglio di somaro.
Eia, carne del Quarnaro! Eja Eja Alalà
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Re: Crimea: Diario di un viaggiatore.

Messaggio da Pasha67 »

Vuoi paragonarmi paesaggisticamente insignificanti come la versilia o rosignano con quelle della Liguria?
Assolutamente no Peter!! :mrgreen:
Mi riferivo semplicemente alle spiagge che il nostro amico definiva un po' anguste, non al paesaggio che è frastagliato e ricco di vegetazione composta pure da pini, cipressi e addirittura vigneti, e ovviamente non ha confronto! :D
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Re: Crimea: Diario di un viaggiatore.

Messaggio da kontecagliostro »

Da Alushta a Yalta.

Lasciata senza troppi rimpianti Alushta, la mattina, dopo un rapido spostamento in taxi (30 minuti per circa 30 km al modico prezzo di 150 hrv) è stata vissuta nell’ardua impresa di trovare alloggio a Yalta. Da queste parti i prezzi degli Hotel sono decisamente elevati e il consiglio è quello di ripiegare sull’affitto di un appartamento. Alla stazione delle marshrutka sono stato preso d’assalto da mediatori e sensali che mi hanno proposto decine di tuguri spacciati per comodi appartamenti. Le pretese economiche sono assurde e per visitare gli appartamenti proposti ciascuno di questi mediatori vi chiederà 20/30 hrv per il servizio di trasporto in auto. Con un po’ di pazienza e dopo averne girati 4 sono riuscito a trovarne uno in pieno centro alla “modica” cifra di 450 hrv al giorno. Come in tutto il resto del paese occorre non lasciarsi impressionare dagli esterni degli edifici e dalle scale interne di accesso ai singoli appartamenti, che solitamente sono ristrutturati negli interni, ma è necessario rassegnarsi “a lasciare ogni comodità, o voi che entrate”.

Fare battute su Yalta è fin troppo facile, se si considera che nel XIX secolo è stata una esclusiva località di villeggiatura, che viveva sulla lotta dell’aristocrazia russa contro la tubercolosi, e in seguito, nel XX secolo, è diventata un paradiso dei lavoratori, in cui cittadini sovietici modello si godevano la vita tra sanatori in cemento e spiagge di ciottoli. Anche l’edificio in cui si trova il mio appartamento era uno di questi vecchi sanatori, cui è stata cambiata la destinazione d’uso con l’avvento della “Perestrojka”.

Per cominciare niente di meglio di una passeggiata lungo “Nab Lenina”, l’allegro lungomare della città. La strada è zona pedonale e trabocca di file di crinoline, parrucche imbiancate, giacche di cuoio, Harley Davidson e mille altre cose ancora, a disposizione dei turisti per scattare foto ricordo. Lungo la strada si incontra anche la seggiovia che per 30 hrv vi consente di avere una vista dall’alto della città. Chiamarla seggiovia è eufemistico, vista la sua instabilità e considerato che ricorda più che altro dei secchi di plastica, che corrono su un filo sopra i tetti delle case e i loro cortili, dove fanno bella mostra lenzuola stese ad asciugare al vento e soavi caprette intente a brucare l’erbetta.

Il paesaggio di Yalta è pittoresco, con palme ondeggianti sullo sfondo e pareti calcaree dalle vette verdi-azzurre sfumate in lontanza. Alla fine del lungomare si può osservare l’ennesima statua superstite di Lenin, chissà che penserà il leader marxista di trovarsi a dover condividere lo spazio della piazza con un McDonald’s?

Il modo migliore per godersi lo spettacolo della costa è quello di fare un giro in battello. Per 60 hrv è possibile fare un tour che consente anche una sosta di 30 minuti al “Nido di rondine”. Si tratta di un castello fiabesco, edificato ad opera di un architetto italiano a strapiombo sulla scogliera. Anche se il castello sembra medievale, in realtà fu costruito nel 1912 per il barone tedesco Steingel, magnate del petrolio, che ne fece dono alla sua amante. Molto suggestiva la vista dal basso, mentre la successiva ascesa, con relativo pedaggio di 10 hrv, è piuttosto deludente. L’edificio in realtà è più piccolo di quel che appare dal mare e contiene solo un costoso e altrettanto deludente ristorante “italiano”. Costeggiando la riva è possibile vedere Palazzo Livadia, che ha ospitato la conferenza di Yalta nel 1945 e i suoi giardini, collegati con un sentiero lungo 7 chilometri al Nido di rondine. Questo sentiero, chiamato “sentiero del sole” fu costruito su indicazione del medico personale dello zar che riteneva che una regolare attività all’aperto sarebbe stata di giovamento alla salute dei proprietari del Palazzo: la dinastia Romanov, i cui componenti, in gran parte, erano afflitti dalla tubercolosi.
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Re: Crimea: Diario di un viaggiatore.

Messaggio da Kriss »

kontecagliostro ha scritto:eh si Kriss... mi sa che stai proprio sbagliando... Quello che tu consideri il resoconto di uno snob, in effetti è solo un modo un pò ironico di raccontare quello che si è visto. Ciascuno di noi ha il suo stile narrativo, il tuo se lo dovessi giudicare lo potrei ritenere un pò presuntuoso, ma sicuramente volevi dire altro rispetto a quello che ho capito.
L'ho detto che speravo di sbagliarmi e tu me lo hai confermato.
Ne sono contento, probabilmente non mi è piaciuto il modo di raccontare, tutto lì.

Per il resto, mi devi chiarire cosa ci sia di presuntuoso nel dire come vedo io il viaggio e su cosa provo ( o vorrei provare), sia rispetto alle esperienze, sia rispetto a ciò che mi comunicano (in tutti i sensi) gli altri, prima, dopo o durante un viaggio.

Se per presuntuoso intendevi spaccone, perchè ho messo due luoghi agli antipodi tra loro, mi dispiace di doverti deludere ma se tu mi conoscessi meglio, sapresti, come ho già scritto più volte, che il mondo l'ho girato sempre con le pezze sul c..o, perchè soldi non ne avevo e non ne ho.
Ognuno fa le sue scelte sul come spendere i soldi.
L'unica cosa che ho sempre avuto, è i rispetto per ciò che vado a vedere e per le persone che incontro, oltre alla curiosità, come ho messo nell'altro post.
When the power of love overcomes the love of power, the world will know peace.
J.H.
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Re: Crimea: Diario di un viaggiatore.

Messaggio da kontecagliostro »

Ciao Kriss.

Non era mia intenzione criticare il tuo modo di vedere ed intendere il viaggio. Non mi piaceva passare per snob, e ritenevo che non avessi notizie sufficienti su di me per poter esprimere quel giudizio. "Presuntuoso" era riferito al fatto che "presumevi" su di me senza conoscermi...

Misunderstanding... Spero sia tutto chiarito. :)
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Re: Crimea: Diario di un viaggiatore.

Messaggio da kontecagliostro »

Palazzo Livadia. Ливадийский дворец.

Palazzo Livadia è stata la residenza estiva dell'ultimo zar di Russia, Nicola II e della sua famiglia. Nel 1909, Nicola e la moglie compirono un viaggio in Italia, dove vennero affascinati dai palazzi rinascimentali mostrati loro da Vittorio Emanuele III in persona. Una volta fatto ritorno, ingaggiarono Nikolay Krasnov - l'architetto più in voga a Yalta, per preparare i progetti per un nuovo palazzo imperiale. I lavori di costruzione durarono diciassette mesi; il nuovo palazzo venne inaugurato l'11 settembre 1911.

Il palazzo anche se piuttosto scarno è un luogo in cui si intrecciano diversi episodi storici importanti. Qui dal 3 all’11 febbraio 1945 si svolse la famosa Conferenza di Yalta, che avrebbe segnato gli equilibri politici dell’Europa del dopoguerra. Fu in questo palazzo che il presidente americano Roosvelt (che aveva già un piede nella fossa) e il premier britannico Winston Churchill che era allergico all’umidità finirono per farsi mettere in scacco da Stalin, che qui negò le denuncie fatta dagli osservatori occidentali sul rischio dell’insorgere di regimi comunisti in Romania e Bulgaria. Nella relazione finale venne inserito l'impegno a garantire che tutti i popoli potessero scegliere i propri governanti, impegno palesemente disatteso nei decenni successivi.

Nell’enorme sala bianca, i tre grandi, insieme ai propri staff si incontrarono e conclusero l’accordo per cui l’URSS avrebbe esercitato la sua influenza sull’Europa dell’Est a patto di tenersi alla larga dal Mediterraneo.

Al piano superiore aleggiano invece i fantasmi della famiglia Romanov. La dinastia imperiale trascorse qui solo 4 stagioni estivi, ma le sale superiori traboccano di oggetti personali e foto dei regnanti. Suscitano viva emozioni le foto del Principe Alessio, ammalato di emofilia, ritratto accanto alle sue infermiere e ancora infante, vestito da marinaretto. Ma ancora di più sono i volti diafani delle quattro principesse: Olga, Tatiana, Maria e Anastasia a rapire lo sguardo e a riaprire gli interrogativi sulla sorte delle due sorelle più piccole (la cui fine ha alimentato appassionanti leggende sulla presunta sopravvivenza al massacro dei Romanov ad opera dei Bolscevichi. In realtà uno studio sul DNA dei resti trovati nella tomba di san Pietroburgo ha definitivamente confermato che tutta la famiglia fu sterminata e i corpi fatti a pezzi e bruciati).

Sul retro della residenza si accede ad una piccola chiesetta ortodossa in cui mi è capitato di assistere ad una funzione con la partecipazione di un coro di “popov” (preti) dal timbro di voce eccezionale, durante l’esecuzione di un brano liturgico a cappella.
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Re: Crimea: Diario di un viaggiatore.

Messaggio da kontecagliostro »

Alupka e monte Ay-Petri. Алупка и Ай-Петри.

16 km a ovest di Yalta si apre lo scenario più straordinario della Crimea: la cima del monte Ay-Petri (San Pietro) sovrasta con i suoi 1.233 metri di altitudine la piccola cittadina di Alupka e più in lontananza la stessa Yalta. Sono giunto sul posto in taxi per una strada che si snoda su per decine di tornanti. La vista da quassù è spettacolare: da una parte l’orrido sotto cui si apre la costa, dall’altra un arido altipiano che ricorda paesaggi dell’Asia centrale.

Da qui si accede al Grand Canyon di Crimea, piuttosto piccolo, in verità, ma merita una piacevole passeggiata.
Accanto alla stazione di arrivo della funivia che risale il monte Ay-Petri da Alupka, si estende su una spianata un accampamento di tartari di Crimea, con bancarelle di artigianato locale e specialità gastronomiche tipiche.

Sfidando le statistiche stagionali, che in estate in Crimea contano fino a 50 intossicati al giorno per ingestione di cibi avariati, ho voluto assaggiare il cibo tipico di questa gente: risotto con montone e verdure (плов), spiedini di montone (шашлык) e pane arabo, cotto su una tegola di terracotta. Sono stato fortunato, me la sono cavato solo con un attacco di dissenteria, molto meglio dei tanti contagiati da febbre paratifoide che devono quotidianamente fare ricorso alle cure del поликлиника (ospedale).

Con un nuovo colpo di coraggio ho sperimentato l’ebbrezza della discesa in funivia. Una discesa da brivido per la ripida parete rocciosa prima e poi lungo le pendici della montagna a bordo di una cabina giallorossa che, come tutto l’impianto, non c’è nessuna garanzia sia stata revisionata negli ultimi 20 anni.

Sotto il monte Ay-Petri si estende il più esotico complesso parco-palazzo di Crimea. Palazzo Vorontsov, che è anche stato la residenza di Churchill durante i giorni della Conferenza di Yalta, ha un’architettura bizzarra, con il prospetto che volge a monte, tipico di un castello scozzese, e quello che si affaccia sul mare ispirato a canoni architettonici arabo-asiatici. La seconda facciata è quella che più colpisce la fantasia del visitatore, per lo spettacolo mozzafiato dell’affaccio sul mare e dei giardini lussureggianti che si aprono alla fine di una scalinata scenografica con sei leoni di marmo. Il primo ministro britannico Churchill scherzava dicendo che uno dei leoni gli somigliasse, anche se gli mancava il sigaro.
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Re: Crimea: Diario di un viaggiatore.

Messaggio da johannes100 »

siccome mi piace molto il tuo racconto:

'La vista da quassù è spettacolare: da una parte l’orrido sotto cui si apre la costa'...che vuoi dire ?

e poi

'Sfidando le statistiche stagionali, che in estate in Crimea contano fino a 50 intossicati al giorno per ingestione di cibi avariati'

Innanzitutto grazie dell'informazione...almeno quando ci andró e vedró il cibo al mercationo saró a conoscenza di questa dato diciamo....inquietante...ma volevo sapere dove hai trovato l'informazione...e tu come facevi a sapere una cosa cosí importante
Certo che sfidare la sorte come hai fatto tu...mica lo so se io lo avrei fatto...

Aspetto il seguito perché stai facendo una descrizione MOLTO interessante...che se la batte con quella della Crimea fatta a suo tempo da Pasha l'Aretino.
Perciocché l'invidioso si rallegra ed é lieto del male, e dolente d'ogni bene altrui; e per questo va sempre cercando come possa CALUNNIARE. (Domenico Cavalca, sec. XIV, 'Disciplina degli Spirituali col Trattato delle trenta stoltizie', cap. 9, pag. 69.8).
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Re: Crimea: Diario di un viaggiatore.

Messaggio da kontecagliostro »

Ciao Joannes.

Allora la parola orrido indica un burrone profondo.

Le notizie sulle contaminazioni alimentari sono state riportate dai telegiornali ucraini a luglio proprio nei giorni in cui mi trovavo in Crimea e mi sono state fedelmente riportate da Vika con cui ho condiviso l'esperienza del viaggio.

Andrò a cercare anche io adesso la descrizione del viaggio di Pasha, sarà sicuramente piacevole ritrovare nel suo racconto i luoghi e le esperienze vissute questa estate.

E intanto sabato si riparte...
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Re: Crimea: Diario di un viaggiatore.

Messaggio da johannes100 »

"Allora la parola orrido indica un burrone profondo"

Ho capito....siccome io di orrido conosco solo Alibrando...allora non capivo il significato... :D .

Tutto chiaro e buon viaggio allora.

Aspettiamo report :D .
Perciocché l'invidioso si rallegra ed é lieto del male, e dolente d'ogni bene altrui; e per questo va sempre cercando come possa CALUNNIARE. (Domenico Cavalca, sec. XIV, 'Disciplina degli Spirituali col Trattato delle trenta stoltizie', cap. 9, pag. 69.8).
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Re: Crimea: Diario di un viaggiatore.

Messaggio da kontecagliostro »

Una passeggiata per Yalta.

Una giornata senza sole è l’occasione giusta per una passeggiata per le vie di Yalta. La città sorge sulla leggera insenatura della Baia di Yalta (Yaltinsky Zaliv), dove sfociano due fiumi (Vodapadnaya e Bystraya) che ne delimitano il centro ad Est ed a Ovest.

Ciò che colpisce da queste parti è la laboriosità della gente. La mole di lavoro manuale che ho visto effettuare per il decoro delle vie cittadine è notevole in tutta l’Ucraina. Mi è capitato di vedere centinaia di donne, organizzate in squadre, in autunno raccogliere tonnellate e tonnellate di foglie morte per le vie del centro di Priluki nella regione di Chernigov (Ucraina centro-settentrionale). In pieno inverno, con 20 gradi sotto zero, uomini armati di sole vanghe spalare fino a 2 metri di neve. Qui a Yalta non passano inosservati gli uomini che armati di decespugliatore scerbano il greto dei due fiumi. Non le rive, si badi bene, ma il letto su cui scorrono le acque!!!

L’educazione al lavoro civico inizia molto presto: ho visto decine e decine di ragazzi in età scolare, con una divisa azzurra e lo stemma nazionale sul braccio, impegnati con scopa e paletta a pulire, tra sorrisi e scherzi, le vie del centro. Un esempio da importare per le nostre giovani leve, che il lavoro fisico lo simulano al computer con farmaville su facebook.

Gli odori… oggi mi sono fatto guidare dal naso. Su Nab Lenina (il lungomare) sono le fragranze dei profumi di queste donne, che sembrano lievitare sulla strada con il loro incedere, a confondersi con l’aria salmastra. Risalendo vuliza Gogolya l’odore dell’erba e di cespugli di menta tagliati di fresco rende l’aria frizzante e ancora più piacevole la passeggiata tra gli alberi; questa è la strada degli artisti e per poche decine di euro è possibile portare a casa il proprio ritratto con colori ad olio o a pastello.

Svoltando a destra su vuliza Sadovaya appare all’improvviso, immersa nel verde la cattedrale Alexander Nevsky, un esempio di architettura neo-bizantina dai particolari curatissimi: bellissime le guglie dorate e il timpano sulla porta d’accesso con un mosaico della figura del Cristo Pantocratore. Appena 30 metri più in basso l’insegna di streap-bar.

Yalta ed il sesso… Appena le ombre della sera si allungano sulla città è un fiorire di signorine in tenuta molto disinvolta. Ufficialmente sono massaggiatrici, ma come è scritto sui bigliettini che distribuiscono serenamente per le vie del centro durante il giorno offrono massaggi aromatici, rilassanti ed erotici… Gli streap-bar e i centri per massaggi sono ovunque, ce n’è uno anche all’interno dell’Hotel Oreanda (4 stelle… e tante pajette).
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Re: Crimea: Diario di un viaggiatore.

Messaggio da Pasha67 »

'Sfidando le statistiche stagionali, che in estate in Crimea contano fino a 50 intossicati al giorno per ingestione di cibi avariati'
Aspetto il seguito perché stai facendo una descrizione MOLTO interessante...che se la batte con quella della Crimea fatta a suo tempo da Pasha l'Aretino.
:lol:
Mi piace Pasha l'Aretino, anche se non un lussurioso come il famoso Pietro!! :D
Il racconto del nostro Konte (non sembra un "patacca" come il suo celebre conterraneo...Cagliostro!) mi piace assai e vince facile in questa simpatica tenzone Crimeana!!
Le differenze:
Lui ha avuto il vantaggio di fare questo reportage in piena estate e nei sui scritti si limita a raccontarci la sua visione della Crimea, non vi è traccia della sua signora! :mrgreen:
Il mio invece metteva in evidenza soprattutto il primo incontro tra un italiano curioso e una ucraina dolcissima tra neve, freddo e vento fortissimo! E poi fu scritto anche da lei!
Nel 2008 invece abbiamo fatto una vacanza del tutto simile a questo reportage, ci sarebbe stato tanto da scrivere e invece mi limitai a parlare con le immagini!
Purtroppo oggi la gallery in cui parcheggiai le mie foto è momentaneamente off-line, ma quella di Natalia c'è ancora:
http://foto.mail.ru/mail/natellacrimea/70/

Konte, permettimi di dissentire (mi sembra il termine giusto in questo caso!) sulle notizie di cibi avariati in Crimea durante l'estate, però mi sembrano cifre un po' esagerate!
E' vero che in alcuni casi le condizioni igieniche di certe strutture lasciano un po' a desiderare e applico sempre questo motto di mia invenzione quando andiamo a mangiare fuori:
occhio non vede....pancia non duole! :D
Ti assicuro che in cinque viaggi non ho mai avuto il minimo problema, mentre a casa invece.... :|
Sarà stata forse una campagna anti Tartari visto che sono proprio loro i protagonisti della ristorazione in quelle zone?!!!
Poka e buon proseguimento!!
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Re: Crimea: Diario di un viaggiatore.

Messaggio da kontecagliostro »

Ciao Pasha... :D

Ho visto le foto... praticamente identiche alle mie... stesse inquadrature... non solo stessi paesaggi... impressionanate.

Non è improbabile che le notizie date dalla Tv siano antitatare. In effetti questo gruppo etnico, risente ancora di una sorta di pregiudizi da parte del resto della popolazione; infatti le popolazioni tartare a lungo hanno avuto come principale risorsa economica la tratta degli schiavi, che catturavano con lunghe scorribande che arrivavano anche fino alla Polonia e di cui vittime furono gli stessi abitanti della Rus di Kiev. Pochi conoscono la storia di questa popolazione e la tragedia che li colpì sul finire della seconda guerra mondiale. Il 18 maggio 1944, su ordine di Stalin, i Tatari di Crimea, accusati della collaborazione con i nazisti furono deportati dalla Crimea in Uzbekistan. Negli anni 1944-'45 una grande parte dei deportati morì nei luoghi di deportazione a causa delle carestie e malattie. Si calcola che perse la vita circa la metà della popolazione.
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Re: Crimea: Diario di un viaggiatore.

Messaggio da kontecagliostro »


Balaclava - Балаклава.


Balaclava fu durante la guerra di Crimea la base della Marina inglese. La città è famosa per la battaglia che si svolse sulle alture e nella valle circostante la città. La Battaglia di Balaclava, combattuta il 25 ottobre 1854, fu uno scontro chiave della Guerra di Crimea in cui si affrontarono le forze alleate del Regno Unito, della Francia, dell'Impero Ottomano e del Regno di Sardegna contro la Russia. Fu il primo dei due tentativi della Russia di rompere l'assedio di Sebastopoli, attaccando il campo britannico di Balaclava, importante base di rifornimento, e prendendo alle spalle le forze assedianti.
Nella battaglia si verificarono due famosi episodi della storia militare britannica: la sottile linea rossa (il 93° Highlanders rimase saldo di fronte ad una carica della cavalleria russa) e la carica della brigata leggera o Carica dei 600 quando la brigata leggera britannica caricò frontalmente una batteria russa, completamente circondata sui fianchi dalla fanteria.

Mentre le due cavallerie si scontravano un gruppo di quattro squadroni russi si era staccato dal gruppo principale, puntando direttamente su Balaclava. Sir Colin Campbell comandante del 93° Highlander formò i suoi uomini in una linea profonda due uomini - la "sottile linea rossa". La linea normalmente avrebbe dovuto essere profonda quattro uomini, ma per coprire l'accampamento questa aveva dovuto essere allungata. Pare che Campbell abbia detto ai suoi uomini "Da qui non c'è ritirata uomini. Dovete morire là dove vi trovate", al che il suo aiutante di campo replicò "Sì, sir Colin. Se è quello che serve lo faremo". Colin ordinò il fuoco una prima volta alla distanza massima, ma i Russi continuarono la carica, quindi attese fino a che non furono distanti meno di 50 metri prima di ordinare di fare fuoco per la seconda volta. Questa volta i russi ruppero la carica e si ritirarono.

Fu il corrispondente del Times che, osservando l'azione, coniò l'espressione "sottile linea rossa", quando scrisse che non poteva vedere nient'altro, tra i russi in carica e la base britannica di Balaclava, che una “thin red streak tipped with a line of steel” ("un sottile nastro rosso da cui spuntavano punte d'acciaio"). Riassunta popolarmente in "la sottile linea rossa" la frase divenne un simbolo per indicare il sangue freddo dei soldati britannici.

Il secondo episodio si svolse nella stessa giornata. Il comando britannico di Lord Raglan, dal suo posto di osservazione si accorse che i Russi sulle alture opposte stavano rimuovendo i cannoni navali posti nelle ridotte e catturati ai Turchi. Poiché le due divisioni di fanteria non erano ancora arrivate le uniche truppe disponibili erano le due brigate di cavalleria, lord Raglan fece stilare il famoso ordine: Lord Raglan wishes the cavalry to advance rapidly to the front, follow the enemy, and try to prevent the enemy carrying away the guns. Horse artillery may accompany. French cavalry is on your left. Immediate. ("Lord Raglan desidera che la cavalleria avanzi rapidamente, segua il nemico e tenti di impedirgli di portare via i cannoni. L'artiglieria a cavallo può accompagnarla. La cavalleria francese è alla vostra sinistra. Eseguite subito").

L'ordine venne affidato al capitano Louis Edward Nolan del 15° Hussars che lanciò il suo cavallo lungo i sentieri scoscesi che conducevano alla valle per consegnarlo al marchese di Lucan, comandante della divisione di cavalleria. Questi non comprendendo che l'ordine si riferiva alle ridotte occupate dai russi sul fianco destro (che non erano visibili dalla sua posizione) chiese a Nolan a quali nemici e a quali cannoni si riferisse l'ordine. Questi, eccitato per la situazione che non lasciava tempo, rispose con insolita veemenza alzando il braccio in direzione dell'altra estremità della valle e dicendo There is your enemy. There are your guns, My Lord. ("Là c'è il vostro nemico. Là ci sono i vostri cannoni, mio Signore"). In fondo alla valle si trovava una batteria di quattordici cannoni russi dietro cui si era raggruppata la cavalleria russa in precedenza respinta dalla carica della brigata pesante e dal 93° Highlander.

Intorno a questa oscura risposta di Nolan, che di fatto decretò il destino della Brigata Leggera, sono fiorite le ipotesi di molte generazioni di storici, taluni dei quali vi hanno ravvisato persino un intento canzonatorio all'indirizzo di Lucan, verso il quale Nolan, uomo sanguigno ed eccellente cavaliere, nutriva un notorio disprezzo. Fu un massacro, dei 673 cavalleggeri sopravvissero solo il 200 al fuoco dei cannoni russi e al successivo attacco della cavalleria nemica. La valle venne successivamente soprannominata "Valle della Morte" dal poeta Tennyson, che compose il poema The Charge of the Light Brigade, oggi questa valle è stata trasformata in vigneto.

Oggi Balaclava è una località marina in cui la nuova elitè dell’ex Unione Sovietica ormeggia i propri Yacht multimiliardari nell’insenatura in cui si muovono anche le semplici barche dei pescatori che trasportono i turisti nelle splendide spiagge vicine. Nella baia si apre il cosiddetto “Nido di pesce”, un porto e una grotta sotterranei che i sovietici trasformarono in una fabbrica di sottomarini atomici segreta. Oggi è stato trasformato in museo.
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